Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIApietà saranno per tutti maggiori di quelli conseguiti con un'unità parziale? Maggiori per lo sviluppo interno dello Stato, maggiori per la sua influenza all'estero. E gli italiani, che con l'unione in unico Stato hanno visto la patria loro avviata a sempre più alti destini, vorranno contendere questi benefici ai fratelli ancora irredenti?
Chi ritiene che l'Italia — seguitava il deputato di Trento — possa adattarsi allo statu quo, ignora non solo che la vii pace di oggi può significare la guerra offensiva che Austria e Germania ci intimerebbero domani (e di ciò diremo più sotto); ma dimentica che l'irredentismo, riaccesosi ora nelle terre irredente e rifiorito, se Dio vuole, in tutta la penisola, non può esser destinato a scomparire se non col trionfo. Sarebbe domani l'alleato di tutti gli altri irredentismi di Europa che non avessero trovato (e di ciò sarebbe colpevole anche l'Italia!) l'agognata soluzione; ma anche da solo sarebbe un elemento dissolvitore, un elemento perturbatore che porterebbe o a gravi conflitti interni o a urti esterni in momenti probabilmente intempestivi, con grave danno per l'Italia e con la deprecazione dell'Europa civile che guarderebbe con orrore il riaffacciarsi della guerra.
Chi infine, ed è questa la tesi di molti socialisti, crede ormai sorpassato il periodo delle rivendicazioni nazionali, e addita l'internazionalismo come la panacea di tutti i mali, merita — concludeva l'on. Battisti — compassione come chi nega la luce perchè è cieco!
Ma il grande gesto di Cesare Battisti, quello che cementò con la più nobile delle rinunzie l'eterna fratellanza fra i trentini e gli irredenti adriatici, fu fatto quando venne in campo la cessione del Trentino, auspice il principe di Bùlow.
« Saprà altri meglio di me vagliare — scriveva l'on. Battisti — la generosità austriaca nel promettere, come contentino ultimo, qualche isolotto dalmata e la stessa Gorizia, che, fra parentesi, dovrebbe esser inclusa nel territorio geografico dell'Isonzo, perchè da questo fiume è lambita.
« Nè mi soffermo a stabilire che cosa significhi la
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