Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « Ma al di sopra di queste constatazioni ripeto che i trentini tutti, anche se fosse non solo promesso per un tempo futuro, ma dato all'Italia tutto il territorio atesino fino al confine geografico della giogaia massima delle Alpi, si sentono così profondamente italiani da non volere assolutamente scissa la causa loro da quella di Trieste, da non volere menomata la dignità d'Italia con un ignobile contratto, da non voler compromessa, per gli anni prossimi, la sicurezza e la pace d'Italia.
      « Vogliono la guerra oggi per redimere tutti gli i-taliani irredenti e per far opera di difesa della civiltà e del diritto; non vogliono oggi un'offa miserevole, perchè poi la patria abbia a subire domani le offese dei vincitori e il disprezzo dei vinti.
      « In sessanta anni di lotta contro il governo austriaco, I rento e Trieste, pur avendo di fronte; differenti nemici nazionali (gli uni i tedeschi, gli altri gli slavi), pur essendo in condizioni economiche opposte e perfino contrastanti, procedettero sempre, molto sacrificando, con vivo senso di fraternità..
      « Quando il governo di Vienna, per spezzare la compagine degli irredenti, voleva erigere a Trento, od in altra piccola città, anziché a Trieste, l'Università I-taliana, al di sopra degli interessi di regione e di campanile, si rispose a una voce : O Trieste o nulla!
      a Oggi in nome di Trento rinnovo quel patto di concordia con Trieste e grido : Persista la schiavitù di Trento, ma non sia vile la madre Italia! »
      Generose parole, che mai saranno obliate nelle terre adriatiche. A Milano furono accolte con profonda emozione in un convegno di cinquecento irredenti.
      Molte pagine ispirate di Salvatore Barzilai furono ricordate in questi volumi; ma non saprebbe mancare il suo nome tra gli irredenti, che nella trepida ora dell'attesa prepararono l'Italia al gran cimento.
      L'on. Barzilai, con finissimo intuito politico, intese che non era quella l'ora d'intemperanti incitamenti, nei quali si sarebbe quasi ravvisato un tentativo di coazione morale. Signore della parola e della penna, egli
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 7. Gli intellettuali (Verso l'intervento)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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