Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAl'Adriatico e del Trentino è dimostrata chiaramente dal fatto che persino quando Napoleone cedette illegalmente tutta la Venezia all'Austria, la obbligò a non tenere alcuna flotta nell'Adriatico e, quando affidò il Trentino al fedelissimo alleato di Baviera, l'obbligò a neutralizzarne tutta la parte meridionale.
Accennato poi alle trattative diplomatiche del '66, quando Govone, Ricasoli, Visconti-Venosta, Nigra, e-rano tutti d'accordo nell'affermare la necessità di avere la Venezia nei suoi confini naturali, cioè col Trentino e l'Istria, lo Slataper descriveva la nostra frontiera politica verso l'Austria, enumerandone le gravissime ed essenziali deficenze. Tutte le vie e tutti gli alti bacini dei nostri fiumi sono in mano degli Absburgo; il Trentino taglia fuori dal territorio nazionale tutto il Friuli e quasi tutto il Veneto; nessun fiume friulano è adatto come nostra linea difensiva contro un esercito che ci invadesse dall'Isonzo. È qui l'oratore dimostrava che, se anche per graziosa concessione avessimo ottenuto la sponda destra dell'Isonzo, non sarebbe affatto aumentata la nostra capacità di difesa verso l'Austria, che non è possibile senza il possesso delle Alpi Giulie.
I vantaggi enormi che dà all'Austria il possesso delle nostre terre — egli diceva — sono principalmente questi : 1) l'Austria, potendo sboccare ogni qualvolta voglia nella pianura veneto^friulana, ha attraverso di essa il diritto d'iniziativa in Italia, come la Germania verso la Francia attraverso il Belgio; 2) un esercito austriaco vinto all'Adige può ritirarsi con tutta comodità per dieci strade, che noi dovremmo sforzare a fatica; mentre se noi siamo vinti sull'Adige, non ci resta che la linea del Po, con l'abbandono di buona parte della Lombardia...
Conclusione evidente : per difendere l'Italia sono necessarie le frontiere segnate dalla natura...
E sul problema dei confini necessari all'Italia, Scipio Slataper pubblicò anche un pregevole scritto.
« Sui varchi del Trentino e a Pola — egli scriveva — dovemmo accettare l'annessione della Bosnia-Erzegovina, la minaccia del Sangiaccato su Salonicco, il
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