Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IVGLI INTELLETTUALI STRANIERI
Le voci del Belgio — « La generosa folla italiana » — Maeter-linck ai Filodrammatici — Il saluto di Bertacchi — Parla il poeta del silenzio — « Questo non s'era ancor visto » — L'eloquenza di Giulio Destrée — Un suo volume — La propaganda dell'on. Lorand — L'appello di Carlo Richet — Il Sindaco di Lione — Il poeta Paul Claudel — Vecchio sangue latino — Montenegro e Rumenia.
Nel lungo cammino che portò l'talia dalla dichiarata neutralità all'intervento', l'opinione pubblica ascoltò non senza interesse le voci di intellettuali stranieri che visitarono il nostro paese.
Senza dubbio quelle voci, venute da popoli belligeranti, parlavano prevalentemente a vantaggio di quelli. Ma erano assai nobili cose ch'esse dicevano : e le dicevano con intonazione che meritò ad esse accoglienze fraterne. Era un appello al comune sentimento umano : e il nostro popolo non poteva che ascoltarlo con animo aperto ed accettarne con spontanea cordialità la suggestione.
Primi furono i fieli del Belgio martire che portarono tra noi l'eco dell'immane sventura e del fulgido eroismo della loro terra. Il più illustre di quei profughi, Maurizio Maeterlinck, dedicò una pagina piena di commozione a quella ch'egli chiamò « la generosa fol-la italiana ».
L'italiano — diceva il grande scrittore belga — è generoso, cortese, ospitale, esuberante, entusiasta, ma fiero e suscettibile. Non ammette che un estraneo ven-
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