Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      GLI INTELLETTUALIga a suggerirgli la linea di condotta, a fargli dei rimproveri, a dargli dei consigli. Ha la precisa coscienza di quel che vale, sa che è l'antenato della nostra civiltà e che nessuno ha il diritto di tutelarlo. Occorre dunque, al di sopra dell'eloquenza più calorosa e più sbrigliata, una perfetta padronanza di sè stessi, una circospezione e un tatto infiniti. Bisogna spesso farsi capire a mezze parole, piegarsi alle circostanze più diverse...
      Il mirabile slancio di pietà e di ammirazione per il Belgio assumeva, presso il pubblico italiano, le forme più inattese e più commoventi.
      Tutte le difficoltà — narrava Maeterlinck — svanivano magicamente dinanzi a noi; le proibizioni più severe erano ingegnosamente evitate o benevolmente tolte. Dalle città in cui dovevamo soggiornare, gli albergatori telegrafavano per sollecitare l'onore di ospitarci, e al momento di regolare i conti era impossibile far accettare il più piccolo pagamento; di più, tutto il personale, dal maestoso portiere fino ai più umili facchini, rifiutava decisamente la mancia. Se eravamo riconosciuti in un « restaurant », i clienti si alzavano, si mettevano d'accordo e chiedevano una bottiglia di qualche celebre vino; poi uno di loro si avanzava e ci chiedeva gentilmente e rispettosamente l'onore di votare con loro un bicchiere in onore e come augurio per la terra martire. Una specie di fervore discreto e commovente si leggeva in tutti gli sguardi al ricordo di quel che la nostra patria aveva sofferto e soffriva per la salvezza del mondo, e si può dire che in nessun altro paese il magnifico sacrificio del Belgio fu più nobilmente e più affettuosamente ammirato e compreso : come sarà riconosciuto un giorno, quando il tempo avrà compiuta la sua opera, che se altre cause prepararono l'Italia a prender sulle spalle il peso terribile di una guerra che non era inevitabile, quelle che nel fondo delle anime decisero la sua risoluzione, furono l'ammirazione, l'indignazione e l'eroica pietà che le ispirò lo spettacolo, senza posa ravvivato, delle nostre immeritate sventure.
      E questo — concludeva Maeterlinck — come la
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 7. Gli intellettuali (Verso l'intervento)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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