Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALIItalia una popolarità entusiastica, o dopo aver assistito a qualche tumultuosa manifestazione. La sincerità è dunque il miglior pregio di questo volume interessantissimo...
Il Destrée scrive come parla : è il miglior elogio che gli si possa fare. Quella limpida, affascinante eloquenza che entusiasmava il pubblico di tutta Italia, si ritrova nella sua prosa snella, elegante, nervosa. Le pagine del deputato di Charleroi rievocano in noi i ricordi di un ieri che sembra già tanto lontano... Nel novembre 1914, quando Destrée venne in Italia, ebbe la impressione di trovarsi dinanzi a una nazione quasi disorientata, che non sapeva ancora bene ciò che voleva e dove voleva arrivare." Ed è interessantissimo seguire, noi attori, il rapido formarsi della volontà della coscienza nazionale attraverso le impressioni di uno spettatore così acuto.
L'ammirabile campagna di agitazione e di propaganda che condussero i due deputati belgi Giulio Destrée e Giorgio Lorand, ebbe — secondo Maeterlinck — un'importanza e tali conseguenze che non si potrebbero paragonare a niente di quel che si fece prima dell'arrivo di D'Annunzio, e delle quali è diffìcile rendersi conto senza aver assistito ad una almeno di quelle conferenze in cui i due belgi, durante sei mesi, infaticabilmente, di città in città, dalle più piccole alle più popolate, gridarono lo strazio del Belgio martirizzato, svelarono le menzogne, la fellonia, le mostruosità e le devastazioni dell'orda barbara e fecero risuonare, con una eloquenza magnifica, la gran voce della giustizia violata e del diritto calpestato.
Giorgio Lorand, parlando a Roma, disse :
« La causa che difendo è quella di una nazione che era la più libera, la più prospera, la più laboriosa, la più pacifica del mondo, che era divenuta il primo Stato, relativamente alla cifra della sua popolazione e all'estensione del suo territorio, per lo sfàluppo delle industrie, dei commerci, dell'arte.
« Quale è stato il crimine che le ha valsa l'inva-
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