Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
- « Ci rimarrebbe — è vero — la magra soddisfazione di poter invadere il suolo francese. Ma con qual fiamma, con iquale spirito muoverebbe l'esercito italiano contro quello francese?
« E quale atteggiamento assumerebbe la pubblica opinione?
« Potrebbe un governo comprimere l'istinto di una razza cavalleresca e sentimentale cóme la nostra, a cui ripugnerebbe indubbiamente di scendere contro la nazione francese, che a torto o a ragione considera come sorella ?
« E si badi : noi che scriviamo, non condividiamo certo i sentimenti di ammirazione che molti uomini e-minenti, amici nostri, professano per la Francia..
« Noi riconosciamo l'importanza dei cosidetti «vincoli di razza », noi valutiamo con doverosa misura la somma di conquiste ideali e sociali che la Francia elargì al mondo intero e delle quali noi pure largamente profittammo.
« Il prestito contratto a Magenta e Solferino fu saldato con due nostre province; ma se noi lo ricordiamo egualmente con riconoscenza, non possiamo egualmente dimenticare gli chassepots di Mentana nè i Lebel di Adua.
« Ma non è questo il momento di sottolineare le angherie da noi latini patite per mano della maggiore sorella latina. Essa soffre ora, e si divincola disperatamente dalla terribile stretta teutonica : e gli italiani sono accorsi a migliaia e son pronti a milioni, nonostante le pietrate di Aigues-Mortes, il ricatto di Biserta e le arroganti minaccie di Poincaré.
« Come abbiamo detto, nel giudicare la via da scegliere noi dobbiamo fare astrazione da qualsiasi considerazione di partito e spogliarci di ogni ragione di simpatia o di antipatia, per badare unicamente al nostro tornaconto.
« Tanto mèglio se gli interessi supremi d'Italia coincideranno con i sentimentalismi del suo popolo.
« Le argomentazioni più sopra enumerate sono, a nostro parere, sufficienti a dimostrare che a fianco de-
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