Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALIzo che oltre Brennero si ha per gli schiavi d'un tempo, risorti a libertà a prezzo di sangue.
« Contro la dinastia d'Asburgo, nessuna pietà, dunque, nessuno scrupolo.
« Intervenire l'Italia dovrà, non soltanto per la sua salvezza, ma anche per la propria fortuna : e più tarderà il suo intervento, più numerose saranno le probabilità di vittoria.
« Poiché è tempo che gli italiani si dimostrino stufi e arcistufi di essere gli ingenui sfruttati, canzonati e calunniati da tutto il mondo.
« Gli italiani devono combattere, e combatteranno; ma sopratutto, essi devono e vogliono vincere. »
Così gli Avvenimenti avevano consigliato gli italiani di scegliere nel momento decisivo la strada più confacente al loro tornaconto, senza falsi pudori, senza sottintesi, senza sentimentalismi : ma con fredda, meditata, irrevocabile fermezza, come si addice a un popolo libero e forte, impigliato suo malgrado e danneggiato da un conflitto che non ha provocato, e del quale ha diritto di profittare per risarcirsi dei danni subiti.
« L'Italia — affermava il periodico — più di qualunque altra nazione in conflitto, ha necessità di vincere.
« La nostra costituzione politica, appena formata, la nostra patria, tuttora allo stato cosmico, non reggerebbero a una sconfitta.
« Ognuna delle altre grandi cinque Potenze può sopravvivere, anche se battuta : sarà amputata nei territori, tartassata, immiserita; ma ognuna, sia Francia, Inghilterra, Germania, Russia o Austria-Ungheria, so-prawiverà.
« L'Italia, no; cinquant'anni di unità e di indipendenza nazionale sarebbero d'un tratto distrutti e noi precipiteremmo nello stesso stato di abbiezione nel quale ci trovavamo prima del 1.848.
« Proclamiamo dunque, ad altissima voce, la assoluta, imprescindibile necessità di vincere.
« Il vincitore ha sempre ragione, anche se avrà
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