Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAnia dall'altra, se non piega in prò di questa, è ben lungi dall'essere risolta in favore di quelle.
      « Che anzi, nonostante il moltiplicarsi prodigioso degli sforzi anglo-francesi, i fatti sin qui svolti lasciano ritenere che i soldati di sir John French e di Joffre non riusciranno a cacciare quelli del Kaiser nè dalla Francia nè dal Belgio.
      « Soltanto un nuovo fattore, soltanto la massa fresca di un esercito intatto, imponente, solidamente preparato ed armato, quale potrebbe essere — ad esempio — l'esercito italiano, può determinare l'esito di una lotta destinata, senza questo intervento, a prolungarsi non per mesi, ma per anni.
      « Nè giova ai signori Cambon e Repington sperare il miracolo^ dalla Russia, la quale — i fatti sono troppo eloquenti — ha dimostrato ormai che se può il suo e-sercito aver ragione di quello austro-ungarico, nulla o ben poco può contro quello germanico.
      « Che se poi ad un certo punto dovesse, contro o-gni previsione, determinarsi una pace separata russo-germanica (nessuna ipotesi è inverosimile in politica), soltanto Iddio saprebbe allora prospettare il destino di Francia ed Inghilterra.
      « È dunque molto arrischiato parlare oggi di « vincitori », e sarà temerario il discorrerne fino a quando l'Italia — piaccia o non piaccia ai signori Cambon e Repington — non scaglierà i suoi tre milioni di uomini non già al soccorso di vinti o di vincitori, ma in appoggio — strano a dirsi — dei propri interessi. »
      Era questo il punto che meglio doveva essere illuminato : e Notari proseguiva nel suo implacabile ragionamento :
      « È costume inveterato di là dalle Alpi, sia ad O-riente che ad Occidente, di credere che l'Italia esista unicamente per servire di trampolo alle aspirazioni ed alle speculazioni degli stranieri.
      « Un'Italia che abbia una volontà propria e degli interessi propri non è concepita.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 7. Gli intellettuali (Verso l'intervento)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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