Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      GLI INTELLETTUALIImpostato con questo scritto il suo punto di vista, la Koce esaminava in un articolo successivo l'atteggiamento dei gruppi e dei partiti italiani di fronte alla guerra. E-ra un articolo di critica acerba, che concludeva così :
      « E noi? Abbiamo tenuto a riaffermare di fronte ai pensatori dell'immediato e del transitorio, una veduta sull'assoluto. La civiltà umana non può cadere per caduta di uomini o di popoli, fossero i più dotati de l'universo. Quella civiltà che sembrò abbattuta dai romani o dai barbari, ma che romani e barbari invece si confermarono, salvarono e ci trasmisero, non poteva esser abbattuta oggi da popoli che non sono, no, romani, ma non sono, no, nemmeno, barbari. Detto questo, ci siamo ricordati del nostro posto e del nostro compito; e senza aggiungere nulla al leggero chiacchierìo ed ali ancor più leggero profetizzare dei farmacisti, abbiamo espresso quali sono i nostro auguri e quali ci paiono i nostri interessi : pronti a fare il nostro dovere per quelli che a ragion veduta saranno decisi dal governo. »
      Ma non tardarono a manifestarsi le impazienze per la situazione incerta che ancora durava. E con l'impazienza si faceva strada un amaro scetticismo.
      « Mi pare ormai certo — scriveva il Prezzolini alla fine di settembre — che il tempo di un atto eroico è passato. Ormai la fortuna ha ceduto la sua chioma e volto la sua ruota. Non v'è chi ragioni che non sappia a chi, presto o tardi, arriderà la vittoria. E anche se noi agiremo con la massima buona fede del mondo, saremo sempre veduti come gente che s'è volta alla forza, alla fortuna, alla opportunità, al ricatto... »
      Ma un post-scriptum correggeva la nota pessimista, attribuendo il ritardo alle necessità della preparazione militare. E in questo caso — diceva — gli uomini che sono al governo non solo non avrebbero colpa ma sarebbero da lodare per la preparazione che compiono in segreto e senza compromissioni inutili.
      Verso la fine dell'anno, Prezzolini lasciò la direzione della Koce : e la rivista assunse un più spiccato carattere letterario-artistico. Ma poi, quando parve che le aspi-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 7. Gli intellettuali (Verso l'intervento)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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