Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIArazioni italiane potessero naufragare per opera della congiura neutralista, sorse a Roma, diretta da Giuseppe Prezzolini, una « edizione politica » della Voce. Nel primo numero di questa nuova pubblicazione, gemella dell'altra Voce, era detto :
« Senza crederci degli inspirati, degli enciclopedici, degli infallibili, conoscendo qual'è il grado di cultura, e forse non è avventato dire, di incultura di molti uomini che fan professione di politica, come deputati e senatori e giornalisti, anche di quelli che dirigono organi importanti, ci pare che il nostro contributo non sarà inopportuno. Tanto più, aggiungeremo, che in caso di guerra alcune di quelle riviste giovani, sulle quali più si poteva contare in questo senso, saranno sospese; di qui ancora più forte la necessità di mantener vivo almeno uno di questi organi, la cui efficacia non va calcolata in base alla piccola diffusione e al piccolo formato e alla rara periodicità, quanto alla loro collaborazione, alla libertà che vi godono gli scrittori, al genere di pubblico sul quale no influenza. È nostra opinione, già ripetutamente espressa, che proprio in questi piccoli organi sia da ricercare quello che di meglio han prodotto, in fatto di « istituti di educazione », le nostre ultime generazioni; e per nostra esperienza, che ognuno potrà rifare dando un'occhiata al recente passato, proprio da queste piccole riviste son partite le campagne, le informazioni, le idee sulle quali la stampa quotidiana si è poi modellata. Perchè non accenneremo al recente episodio del problema delle banche straniere in Italia, lanciato nel pubblico italiano, non dalle colonne di un quotidiano, ma dalle pagine di una rivista mensile? »
Nel primo numero, annunziando la costituzione d'una Lega anglo-italiana, la nuova rivista scriveva :
« Nell'ora in cui una premeditata aggressione militare si adopra invano a distruggere le maggiori conquiste che il diritto delle genti, la cultura occidentale, e la lunga pace aveano assicurato a tutti i popoli civili, si può con sicurezza prevedere, che essa invece muterà profondamente le precedenti posizioni di alleanze, di intese e di amicizie, tra le nazioni d'Europa.
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