Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALIl'allusione all'argomento supremo che s'imponeva alla nazione.
Così nella conferenza che Paolo Arcari tenne a Milano su Crispi, la figura dello statista siciliano, che aveva voluto un'Italia grande, forte e temuta, acquistò nuovo rilievo e quasi forza augurale dalle circostanze. Un'altra conferenza, più direttamenete legata al problema dell'ora, ebbe successo in varie città : era quella in cui Gualtiero Castellini riassunse l'azione irredentista degli ultimi nove lustri.
Ma non solamente con la parola il Castellini partecipò al movimento in favore della guerra.
Fedele amico della causa degli irredenti, egli giovò ad essa notevolmente con la pubblicazione di un buon volume, intitolato Trento e Trieste, nel quale sono lucidamente riassunte le vicende di quelle terre : i loro sacrifici, i loro diritti, le loro battaglie, anche tra l'abbandono colpevole in cui furono lasciate dall'Italia.
« Quello — notava il Castellini nella sua prefazione — ch'io vorrei apparisse concetto fondamentale di queste pagine —• la trasformazione del nobile irredentismo regionale di un tempo nella necessità attuale di tutta la nazione di integrare la sua unità per aprirsi le vie dell'avvenire in Oriente — scaturisce logicamente e nitidamente dai fatti; e dalla coscienza italiana — alla quale si accompagna la visione commossa di una lotta sostenuta per mezzo secolo dagli irredenti con abnegazione e sacrifici che furono l'oscura preparazione del nostro destino — nasce e si impone il compimento di quello che, senza esitazione, noi riteniamo oggi il dovere nazionale. »
Di questo dovere il Castellini delineò con franca parola la portata. Mai come in quest'ora — egli scriveva — apparve evidente la verità tristissima che taluni andavano da anni predicando fra il generale scetticismo : vale a dire che l'italianità più viva e più sincera si era rifugiata lassù, fra gli irredenti, e che l'irredentismo cresceva d'ardore fra loro, ma diminuiva d'intensità fra i regnicoli. A-eli ignoranti che ancor oggi vi buttano in faccia la solita frase, dubitando che i fratelli d'oltre confine vogliano ve-
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