Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdi il generale Asinari di Bernezzo sol perchè aveva osato alludere a italiani schiavi che attendevano la liberazione; il Kaiser permetteva che i suoi organi più accreditati ed autorizzati parlassero di conquiste militari nell'amica I-talia e ne lamentassero il ritardo. Questa fu l'amicìzia di Guglielmo II per noi... »
L'artiglio tedesco è il titolo dì un libro di battaglia pubblicato da Baccio Bacci.
Nella prefazione al volume — scritta da Massimo Bontempelli — era detto :
« Io penso che se l'Italia possedesse già e il Trentino, e Trieste con tutta l'Istria e la Dalmazia, e la sicura egemonia dell'Adriatico, e un favorevole equilibrio nel Mediterraneo, e una bene avviata politica coloniale, —- se, insomma, l'Italia allo scoppiare della guerra europea si fosse trovata già nelle migliori condizioni di prosperità nazionale, — ebbene : essa avrebbe in ogni modo dovuto trovare il pretesto per entrar nel conflitto; anzi, entrarvi senz'altro. Non occorron pretesti. Abbiamo una ragione, solidissima; l'avremmo anche se (ipotesi assurda) quelle condizioni di compiutezza e di prosperità sussistessero in Italia, vivendo la Germania quale è oggi.
« La vita della Germania d'oggi è un impedimento permanente e sempre più minaccioso per la civiltà delle altre nazioni. Più che un impedimento e una minaccia, è, da molti anni, un'invasione e un'oppressione continua della civiltà di tutte le altre nazioni d'Europa; contro le quali tutte debbono combattere concordi, fino all'ultimo sterminio. »
Seguiva un'acuta e stringente requisitoria contro la Germania, che demoliva le esagerazioni invalse a proposito di tanti suoi valori pratici, intellettuali e politici.
« Costantemente incapace di qualsiasi vittoria spirituale — osservava poi il Bontempelli —, la Germania ha però soggiaciuto alla smania di supremazia che a un certo punto del loro sviluppo hanno tutte le nazioni mature. La supremazia non poteva essere spirituale; tenta d'essere materiale; il panlogismo rovesciato è diventato pangermanismo. La Germania di Guglielmo II si affidò alle
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