Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAlo non ebbero dal Trattato alcun giovamento, ma si videro intensificata la iniqua e feroce persecuzione contro i-stituti, contro averi, contro persone, e cessato per loro il diritto delle genti in ragione ed in forza della impunità che il Governo di Vienna aveva acquisito, reso sacro dal patto di alleanza che avvinceva l'Italia, per paura di peggio, alla parte di serva ed ancella...
Gli irredenti debbono diuturnamente disperdere una somma di energie mirabili, per mantenere il contatto con la patria, contro le insidie e le violenze della razza dominatrice, per seguire la letteratura e la civiltà nazionale, e conservarne le tradizioni nel costume, impedire la deformazione della lingua, fatti stranieri ed invisi nella propria terra, misconosciuti persino nei benefici di lavoro e di pensiero che essi dànno alla patria.
« Ed è nostra vergogna — proseguiva l'Antonini — di cittadini che viviamo nel centro della grande nazionalità, il non rivolgere pensiero ed azione al soccorso dei gruppi di connazionali staccati ed irredenti. Qualche ripercussione e più completa notizia hanno le genti del confine intorno a questo stato d'infelicità cui sono soggetti i fratelli irredenti, ma la nostra latina facilità dell'oblìo rende — per i centri più importanti della Nazione — la difesa degli Italiani all'estero negozio di poco conto e quasi pietismo sentimentale. Ma l'ora travolge; in questo uragano inopinato e spaventoso di strazi e di morte che flagella l'Europa, non vi è posto pei deboli; ricordarsi occorre; sentire le potenti voci dei padri lombardi che gemettero nello Spielberg, che santificarono gli spalti di Belfiore, che vennero fucilati nell'alba grigia del 6 febbraio; e ricordare gli impiccati emiliani, e gli sgozzati piemontesi, e i massacrati nell'anabasi augusta dell'esausta legione romana nella pineta di Ravenna, e gli affamati di Venezia, e i trucidati partenopei; e i Radetzky e gli Hay-nau e gli Urban e i Welden occorre ricordare; e noi, val-sesiani, del mutilato di Vicenza ricordarsi... »
Tale era ormai l'azione degli intellettuali in favore della guerra, che ad essa si associò perfino il maggiore apostolo italiano della pace!
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