Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALIsituazione vera, senza ambagi, di far propaganda delle aspirazioni nazionali, di agitar passioni e sentimenti, di preparar sopra tutto ai maggiori sacrifìci un popolo che conta troppo pochi anni di unità, che per secoli è stato scisso e dominato e va sempre pertanto richiamato alla coscienza dei suoi supremi interessi.
« Non si trattava e non si tratta di eccitare esagerati spiriti nazionalisti, di destare concupiscenze sfrenate a o-riente ed occidente, sul Mediterraneo come sull'Adriatico, in Asia Minore come in Egitto o in Cina. Questo è veleno di pura marca neutralista, perchè è far opera di neutralismo insinuare la convinzione che agli italiani non convenga muoversi se non ottengono mezzo mondo. Si trattava e si tratta di dar valore invece ai primi, ai maggiori bisogni dell'italianità che sono sulle Alpi e sul mare A-driatico. Quella parte della borghesia italiana che trae norma dai suoi interessi e dal suo amore del quieto vivere per giudicare i problemi nazionali, non si rendeva conto, se pur se lo rende ora, che la vita nostra non sarà sicura finché non ci saremo impadroniti delle porte di casa verso i monti e verso il mare nostro.
« Ma noi possiamo forse conquistarle con la diplomazia, ci dice la Stampa. È facile seguire la via rettilinea del Corriere; ma non è facile prevedere come le cose andranno. Bisogna destreggiarsi, e perciò la consorella si destreggia in modo che essa crede abile, ma che è fatto per disorientare gli animi.
« Orientiamo invece gli animi. Il Governo può ave-Te il dovere di rendersi conto di ciò che l'Austria per incitamento della Germania vuol dirgli e dargli; ma noi pubblicisti sappiamo, sentiamo che l'Austria non può assolutamente cederci quello che noi vogliamo, nemmeno se noi acconsentissimo a scendere in lotta con essa e con la Germania contro la Triplice Intesa; sappiamo e sentiamo che ogni cessione non risolverebbe problemi terribili per noi di equilibrio europeo, e altri di carattere politico-morale sui quali abbiamo più volte insistito.
« Ciò sapendo e sentendo, dobbiamo preparare il paese alla guerra. Per noi non vi era fin dallo scorso luglio altra alternativa; o scendere in campo con gli alleati
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