Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAeia morale della campagna interventista; così alle voci degli intellettuali, che echeggiavano libere e sonore mentre la diplomazia ufficiale era costretta ancora ai circospetti silenzi, veniva attribuito quel valore altissimo e decisivo, ch'esse ebbero effettivamente anche nella formazione del sentimento pubblico all'estero verso l'Italia.
« Chi non vede in questa guerra — proseguiva il Corriere — che colonie da dividersi, gretti interessi economici da salvaguardare, chi non scorge gli elementi ideali che essa ha posto in causa, chi non si rende conto che nella sopraffazione della Serbia e del Belgio noi dobbiamo vedere una minaccia rivolta contro noi stessi, chi non sente la solidarietà con quanti llottano per la difesa e pel trionfo del principio di nazionalità e per l'integrazione dei loro confini, chi non avverte sopra tutto che la storia ci ha posti in un bivio terribile dicendoci « o adesso o mai più », chi non ascolta 'tutte queste voci gravi e sublimi ad un tempo e ci parla invece di buoni affari, di furberia, di tattica — quegli ci toglie la maggior forza per esigere il rispetto dei nostri interessi, quegli diminuisce il nostro prestigio di fronte ai vecchi ed ai nuovi alleati, quegli ci fa correre il rischio di apparir mercanti traditori là dove gli ingannati siamo stati noi.
« Son tempi eroici : eroi sono quelli che profondono tutto il loro sangue e i loro averi per sopraffare, eroi sono i sopraffatti e coloro che dalla sopraffazione minacciata si difendono. Fra gli uni e gli altri non c'è posto pei maliziosi, pei furbi e pei vili. Tutti parteggiano; o per questi o per quelli, ma parteggiano e dicono chiaro il loro pensiero. Come in Romania, in Bulgaria, in Grecia gli animi sono scissi fra le due tendenze, così son divisi in Italia, e così non poteva non essere. Ma mentre siamo disposti non a condividere, ma a comprendere un triplicismo che sopravviva anche ai torti fattici dagli antichi alleati, eleviamo i maggiori sospetti di neutralismo, cosciente o non voluto, ma sempre nefasto, contro chi deplora la campagna degli interventisti italiani. »
Una delle principali accuse che venivano mosse ad
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