Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAvolta, indichi l'inizio del suo compimento. Se il secondo Vittorio Emanuele non fu insensibile al grido di dolore che gli giungeva da ogni parte d'Italia, noi confidiamo che il suo nipote non sia insensibile al grido che parte dall anima travagliata ed offesa ideila nazione.
« Compiano gli italiani la loro prima guerra veramente nazionale, e l'Italia nuova sarà. »
11 Siciliani pubblicò vari scritti contro l'infiltrazione tedesca, sia nel campo dei commerci come nell" àmbito intellettuale.
« L'invadenza del teutonismo — egli scriveva — ha varcato i limiti. È diventato una ossessione. Provate a guardar bene gli oggetti che vi circondano nella vostra casa e che avete inavvertitamente comprato servendo così ad agevolare la concorrenza spesso sleale fatta alle nostre merci : dalle matite alle scarpe, dalla penna con cui scrivete al libro in cui leggete, dalla vernice 'dei vostri mobili alla stoffa di cui vi coprite, troverete cinque volte su dieci almeno tracce palesi o nascoste di manufatti germanici. Rendersi una nazione del tutto tributaria nei mercati equivale a conquistarla e farsene pagare una grossa indennità di guerra. La così detta penetrazione pacifica, è pacifica sino a un c!erto punto.
« Le cupidigie teutone si svolgono lentamente e cautamente; ed hanno spesso amichevoli sorrisi simulatori; ma gettano forti radici. 11 Belgio insegni, e insegni anche la storia della nostra andata in Tripolitania. oltre quella delle nostre concessioni in Asia Minore. Questi esempi dovrebbero bastare ad aprire gli occhi degli italiani e non far loro desiderare di darsi mani e piedi legati al dominatore.
« Infine poi, qualunque cosa si possa affermare in Germania sul contegno che questa tenne durante le guerre della nostra indipendenza, una cosa sola oggi è certa, ed è questa : che la Germania è scesa in campo a difendere la nostra peggiore nemica, quella monarchia degli Absburgo cioè, che durante il nostro Risor-
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