Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
GLI INTELLETTUALI
« La soluzione di quel problema, resa matura dagli odierni avvenimenti, si rende indispensabile non solo per ragioni nazionali ma per il nostro progresso economico, per la sicurezza medesima dello Stato. La situazione europea suggerì infatti al nostro Governo parole che parvero novello grido di dolore : « Nelle terre e nei mari dell'antico continente... l'Italia ha vitali interessi da tutelare, giuste aspirazioni da affermare e da sostenere ».
« E gli atti tennero dietro alle parole, perchè a breve distanza seguì l'occupazione di Vallona.
« Vero è che il possesso delle chiavi dell' Adriatico, se ci consente di sbarrare il passo d'Otranto a chi voglia forzarlo, lascia però intatta la nostra situazione in quel bacino. Ma la nazione italiana ricorda che novecento anni or sono le galee di Pietro Orseolo II, movendo dalle Lagune, giunsero acclamate alle spiagge dell'Istria e della Dalmazia e debellarono 1' infesta pirateria. Le città, allineate lungo la riva, accolsero il trionfante vessillo di San Marco, s'inchinarono dinanzi alla Dominante e si sottoposero, liete e fidenti, al suo alto protettorato.
« Perciò il popolo nostro si augura che 1 acquisto di Vallona segni il principio della restituzione della sponda orientale alla madre patria : restituzione che si inizierebbe dal Mezzogiorno nella stessa guisa che Venezia, novecento anni or sono, mosse dall'alto Adriatico alla liberazione di questo mare. »
Un altro libro sul mare nostro, amaramente intitolato L'Adriatico degli altri, fu offerto al pubblico italiano da F. V. Ratti.
« Ogni nazione — scriveva l'autore — ha diritto al mare che la bagna, ma l'Austria, non una nazione, sib-bene è un sepolcro di nazioni, e la Germania, per quanto la sua aquila batta in questo momento disperatamente l'ali verso un sogno di conquista mondiale, che il raffronto tra la sua e l'altre civiltà europee non giustifica, ha nel settentrione, e solamente nel settentrione, le sue coste e il suo mare... »
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