Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAda — si chiamarono tutti i cittadini, perchè gettassero, senza nome, in un'urna, le loro offerte in argento, che si sarebbero fuse insieme per la gran lampada. In due giorni l'urna fu piena : migliaia di mani anonime vi portarono vasi, specchi, posate, anelli, monete, come in un e-roico sacrifìcio di donne romane. Si videro popolane staccarsi gli orecchini e gettarli all'offerta : bimbi donare le loro piccole medaglie, mentre sconosciuti signori venivano a deporre interi servizi d'argento e scomparire nel silenzio. Che cosa v'è di più puro, semplice, solenne sulla tomba del poeta, levata contro la pineta scura, in faccia all'azzurra infinità del mare, che questo baleno di centomila cuori, che arde giorno e notte nella piccola fiamma della lampada votiva?
È questa fiamma, che illumina ed esalta tutto, il miracolo della difesa italiana...
E Riccardo Pitteri, il poeta triestino, cantava il significato dell'offerta. Trieste dava in quell'ampolla un nuovo pegno della sua ricongiunzione alla madre patria, e si legava ad essa in eterno con il più sacro giuramento : il tacito giuramento sull'urna del più italiano dei poeti d'Italia.
Come Arturo Colautti, come Albino Zenatti, come Ruggero Fauro, il Pitteri non doveva veder compiuto il voto supremo della sua vita : morì prima che la grande guerra d'Italia fosse decisa. Poeta ispirato e forte cittadino, egli lascia nobile orma di sè e sarà ricordato tra i più puri assertori dell'italianità delle terre irredente.
Sino al principio del secolo scorso, Trieste aveva voluto che le ricchezze derivatele dalle industrie e dagli scambi fossero anche incremento di cultura, forza viva di pensiero, tesoro di sapienza, fulgore d'arte rinnovata. E con Domenico Rossetti, umanista e bibliofilo, letterato, storiografo ed archeologo, si iniziò per essa una feconda rinascita di studi operosi : e tennero alto il prestigio del nome e del sentimento italiano Pietro Kandler, erudito e latinista, ed i poeti Guido Bazzoni e Giuseppe Revere.
Da questi precursori derivò una schiera di letterati, i quali serbarono incorrotta dalle minaccie e dalle insidie la italianità della vita intellettuale triestina : e ne furono
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