Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIApo ristretto ancora per la città valorosa. L'Austria non sapeva decidersi; vi era una linea logica, diritta, una traccia Sud-Nord lungo l'Isonzo, che sembrava la più a-datta. Ma il comando militare, vigile ai confini d'Italia, non approvò quel tracciato, e impose invece la costruzione di una linea di montagna ricca di difficili rampe, di gallerie, di curve, incapace di portare gran sollievo al traffico congestionato dell'emporio. Da dieci anni si lavora intorno ad un piano gigantesco : un nuovo magnifico porto, un grande insieme di calate, moli e di dighe con bacini capaci di albergare piroscafi di 300 metri di lunghezza; ma gli ingegneri dell'imperiale Governo hanno creduto di fare opera saggia risparmiando alcune decine di milioni e diminuendo così la profondità dell'acqua lungo le rive. E avvenne che i piroscafi di stazzamento lordo superiore alle 18 mila tonnellate disertarono il porto di Trieste.
La politica economica austriaca nell'Adriatico non fu politica di grandi vedute; l'opera ch'essa ha compiuto è stata meschina ed inferiore al danno che ha arrecato. L'epica storia di quelle nostre terre che hanno lottato sino all'estremo per difendere la lingua ed i costumi "aviti e che abbandonate dal Governo hanno tuttavia da sole, coli'energia dei loro figli più provetti, riaffermato l'antica grandezza sui mari, è un esempio di forza latina che non si cancella ne si affievolisce o si spegne cambiando i destini delle genti e delle nazioni.
Non è per ingordigia dei beni altrui — scrive Luigi Einaudi — che noi vogliamo togliere all'Austria il suo più gran porto, Trieste. Noi la vogliamo, non perchè essa sia uno dei maggiori porti del mondo, non perchè essa possegga una flotta potente e traffici ricchi. La voghamo, perchè i suoi abitanti sono italiani e perchè essi vogliono unirsi a noi, prima che la sua nazionalità sia snaturata dalla marea slava, che in parte scende dalle montagne per ragioni naturali di inurbamento ed in parte vi è artificiosamente trapiantata dal Governo austriaco per soffocare la nazionalità italiana. Per questo noi vogliamo Trieste, e non perchè essa sia ricca. Anzi, noi
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