Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAre, e, come giungevano alla spicciolata, assalì i galeoni nemici, li distrusse, facendo prigioniero Ottone, figlio di Barbarossa, con molti cavalieri teutonici, che furono condotti a Venezia.
      L'imperatore, dopo questa disfatta, si sarebbe recato a conciliarsi con Alessandro 111; tre lastre di marmo rosso nell'atrio di S. Marco indicano il posto dove Federigo in ginocchio baciò il piede al pontefice, sotto la larga ombra dell'alato leone.
      D'allora la festa dello sposalizio del mare avrebbe ricevuto il significato ohe la Repubblica, con l'anello gittato in acqua alla bocca del porto, volesse solennizzare davanti al popolo ed agli ambasciatori delle estere nazioni, il diritto del suo perpetuo dominio dell'Adriatico.
      Parenzo, nell'età romana, era cinta di mura rivolte al mare, con quattro porte alle rive e tre verso le borgate esterne.
      Una rocca quadrata sorgeva al posto dove oggi si allunga il campanile del vecchio convento di S. Francesco .
      La via maggiore correndo per tutta lunghezza partiva la città, mediante le vie laterali, in tante isole di caseggiati.
      Libero municipio e colonia romana, aveva il Campidoglio, la basilica, il teatro, il Foro plebeo, il Foro patrizi-o e due templi gemelli, a Nettuno ed a Marte, col pronao sostenuto da sei colonne di marmo scannellato.
      Fuori si dispiegavano i tre borghi, le strade fiancheggiate da cippi e sepolcri, e sui poggi ergevansi i bianchi tempietti e le ville.
      Era stazione postale sulla carraia che andava da Aquileia a Pola, stazione marittima per la traversata del mare superum, e manteneva le relazioni con Ravenna.
      In questa piccola città di navigatori e di vignaiuoli, dice il Sillani, nella quale non sono altre vestigia di grandezza se non nelle istorie, la Basilica Eufrasiana è il Palladio di ogni memoria e d'ogni fortuna. Ed il tem-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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