Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE NOSTRE TERREne avrebbe pregiudizio forte, poiché gran parte delle Società di navigazione aventi sede a Trieste sarebbe tratta a Fiume dalle sovvenzioni del Governo austroungarico e dalla politica marittima dell'emigrazione seguita dall'Austria-Ungheria. Pertanto l'Italia non avrebbe, dall'annessione di Trieste senza Fiume, lo sperato incremento marittimo.
      Oltre all'espansione commerciale, l'avvenire potrà pure sviluppare le attività industriali di Fiume già ora promettenti.
      Fiume, infatti, possiede cantieri e silurifici, distillerie, industrie elettriche, segherie, industrie delle pietre e del cemento, concerie, fabbriche di cordami, di carta, pilature di riso, pastifici, molini, manifatture di tabacchi, raffinerie di oli minerali, fabbriche di asfalto, di prodotti tannici, di colori, di materie chimidhe, di saponi.
      L'entità del commercio marittimo e la sua importanza per l'espansione orientale d'Italia risultano da queste cifre: nel 1911 l'importazione marittima di Fiume ebbe un valore, in cifra arrotondata, di 185 milioni di corone, e l'esportazione ammontò ad una somma u-guale.
      Per Fiume, come per Trieste, un grande fattore di resistenza, e di vitalità economica fu sempre costituito, anche nelle più avverse vicende, dalle antiche relazioni che legano le ditte del Levante alle ditte di questi porti. Molte aziende di Trieste e di Fiume hanno filiali e comandate in Levante ed in Egitto, o viceversa. Inoltre, la larghezza dei fidi accordati dai commercianti triestini e fiumani, i quali conoscono a fondo gli importatori levantini, i gusti e la domanda e la solvibilità della loro clientela, rinvigorì sempre la tenacia dei traffici mediterranei dei due porti.
      La posizione di Trieste e di Fiume, veramente formidabile, è l'elemento precipuo che determina il loro valore e la loro importanza.
      Le due città — dice il Baccich — sono le ampie porte dell'Oriente balcanico sull'Adriatico : ed insieme
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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