Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VIILA DALMAZIA
Roma e Venezia — La meravigliosa riviera — Salona e il palazzo di Diocleziano — Visioni di bellezza — Zara, la grande combattente — Il giorno indimenticato — Documenti d'italianità — Dalmazia illustre — Lo sterminio dell'elemento italiano — Il programma di Radetzky — Il regime dei generali — L'inchiesta di Barzini — Le sofisticazioni elettorali — Scuole e politica — La fiaba della « frangia marittima » — Autoctona italianità persistente — Confessione dei nemici — La nullità dei diritti croati — La chiave dell'Adriatico — Vita economica — Vasto movimento di navigazione — La libertà delle coste italiane.
La lunga regione litoranea della Dalmazia, che dall'estremo lembo della Liburnia scende alle Bocche di Cattaro, fronteggiata da più di mille isole, ha una storia che nell'antichità s'intreccia al nome di Roma e nel Medio "Evo a quello di Venezia.
Arbe annunzia la Dalmazia; Arbe nelle cui rive algose approdarono le venete galere, Arbe dalle cento memorie, coronata, da tre torri cuspidate, fra cui quella del Duomo protesa al cielo come per una mistica a-scensione, è l'araldo gentile della Dalmazia.
Il suo campanile '— scrive il Sillani — annunzia Traù, Spalato ed Almina, il Palazzo del conte, dalla sàgoma forte in cui s'aprono le finestre lombardesche ed il balcone leggero, i monumenti di Sebenico, di Cur-zola, di Ragusa; le tracce dell'infame violenza croata sul marmoreo Leon di San Marco che adorna la fronte del Comune, la grande lotta in cui la parte più pura della razza ha resistito vittoriosamente.
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