Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE NOSTRE TERREsenza base, tagliata dall'Italia, incapace di una sicura vita autonoma.
Molte cose si possono risponderò. In primo luogo non è senza importanza la questione religiosa, per quanto apparentemente estranea. Anche il Gayda, ottimo conoscitore dell'argomento, afferma che fra la gente slava meridionale la religione non divide solo i partiti, le coscienze : separa anche i popoli. Cattoli-cismo e ortodossia si sono già sanguinosamente combattuti. I serbi guardano a Oriente : i croati cattolici guardano a Occidente, a Roma. Non si può scindere dall' atteggiamento della gran massa slava contadina dalmata questo principio religioso. Del resto l'italianità è nello spirito delle classi slave più colte. Tutti parlano italiano, si sono nutriti di cultura italiana. Un governo italiano non sarebbe per essi straniero.
Dalmazia schiacciata dal hinterland slavo? È una illusione degli occhi che guardano la carta geografica. La Dalmazia in realtà non ha hinterland nella Bosnia-Erzegovina. Dalla Narenta in su, il paese è completamente isolato dall'interno dalla linea delle montagne.
Colonia isolata, staccata dal territorio italiano? Anche questa non è che un'apparenza. La base della Dalmazia non è sulla terra ferma, è sul mare. Il paese vive solo di commerci marini. Le isole che lo fronteggiano sono italiane. Chi domina il mare ha il sicuro controllo militare, economico, politico della Dalmazia. Così fu per Venezia, così è stato per l'Austria. E così dev'essere per l'Italia...
Anche Attilio Tamaro insiste con ragione sulla necessità che sia eliminata in modo assoluto l'assurda o-pinione essere la Dalmazia una « frangia marittima » dei paesi serbo-croati. La Dalmazia non è appendice di alcun paese : chiusa tra il mare e le Alpi Dinari che, che formano un confine quasi invarcabile in tutta la sua lunghezza sino al famoso passo di Glissa, la Dalmazia è una terra autonoma che ha portato attraverso i secoli immutato il suo nome e che ha vissuto la sua storia particolare.
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