Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAPosta tra l'Italia e l'Illiria, ponte di passaggio tra l'Occidente e l'Oriente, tra la latinità ed i Balcani, terra d'avanguardia per la sicurezza di tutti gli Stati che si sono formati nell'Italia, ricercata e a volte posseduta da tutti quegli Stati che vollero diminuire la potenza di uno Stato italiano, la Dalmazia fu teatro di grandi ge-ste da parte di tutti quelli che ambirono potenza e sicurezza nell'Adriatico. La conquistarono i Romani, combattendo gli Illirii, i Liburni ed i Greci che l'abitavano : la conquistarono i Franchi di Carlo Magno combattendo i bizantini; la conquistò Venezia e la difese con una sequenza di guerre, che è un'incomparabile epopea, contro gli slavi, contro Bisanzio, contro gli ungheresi, contro il regno di Napoli, contro i genovesi e poi contro i turchi che si spezzarono le corna nei passi alpini e sugli spalti delle sue fortezze; la volle Napoleone combattendo gli austriaci; la vollero infine questi per garantirsi quel dominio del mare adriatico che i fatti oggi in isvolgimento dimostrano quanto sia effettivo.
Uscì da questo turbine, che è la sua storia, col nome di regno di Dalmazia, occupata da popoli slavi che l'hanno invasa e privata in gran parte della originaria popolazione italica, caratterizzata però sempre dagli indelebili lineamenti delle due più superbe e più possenti affermazioni della gente italiana, di Roma e di Venezia. Talché a chi oggi la visiti essa apparisce composta di città italiane tenute da popoli stranieri, e fa pensare che come appariscono oggi Traù, Sebenico, Spalato, Ragusa e le altre sue città costiere, così dovevano apparire le città dell'alta Italia nel Medio Evo quando erano in mano dei longobardi e dei goti, o quelle dell'Italia meridionale quand'erano in mano dei normanni.
Dalle tormentose vicende dell'invasione slava, dopo tredici secoli, a nessuna città importante della Dalmazia è venuta un'anima straniera, in cui l'autoctona italianità abbia perduto le sue possenti vibrazioni. E in una città, nell'indomita Zara, questa italianità è tuttora vittoriosa...
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