Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (105/179)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LE NOSTRE TERRENella terra dalmata, anche se gli slavi sono riusciti ad avere la maggioranza del numero, l'italianità non è una importazione, non è una sovrapposizione : è invece l'elemento costitutivo più antico, è l'elemento più caratteristico che una rinnovata energia dei popoli slavi ed una sistematica sterminatrice violenza di governo invano hanno tentato di far completamente sparire.
      Più ampiamente degli italiani, ma per solo merito della loro resistenza — nota acutamente il Tamaro — fu vincitrice l'italianità : essa è aderente alle cose, e-mana come un incanto dai monumenti e dalle rovine, è una voce seduttrice risonante in ogni vano, è ovunque nell'aria ed entra in tutti con l'alito del respiro, portava e porta sempre anche sulle labbra dei dominatori la parlata veneta. Ammonì profeticamente il Tommaseo al principio della lotta : « quel oh'è radicato da secoli, per forza di secoli appena si schianta ».
      Con l'aiuto più vasto e più parziale del governo austriaco, i croati hanno vinto quasi ovunque : ma non ha vinto il croatismo, e nessuna sovrapposizione di cultura ha potuto oscurare la risplendente civiltà italiana che dà fisionomia e carattere alla Dalmazia. Ed è forse anche perchè il croatismo è nutrito di troppo sangue italiano, sì che vi sono famiglie croate che portano i cognomi di Machiavelli, Grimani, Loredano, Tartaglia, Tommaseo, Borelli, Manzoni, Giaconi, Leonardi ed altri simili. È avvenuto l'anno scorso che al ginnasio croato di Cattare si presentasse uno scolaro croato di nome Francesco Petrarca! Che dire di quei pugl'esi, oltre duemila, compiutamente croatizzati a Ragusa? E che dire quando si constata che i capi del croatismo dominante a Traù per volontà del governo austriaco, si Chiamano Guidotti, Madirazza, Moretti, Cindro, Sentinella, Rubignoni, Paladino...? Questi sono esempi di quel croatismo artificiale, che tanto buon giuoco diede agli adulterati censimenti austriaci.
      Meditino gli italiani queste parole rivelatrici scritte nel 1911 dal Napredniak, giornale croato che vede la luce nella terra natale di Niccolò Tommaseo :
      — 105 —
      I. Reggio — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. Villi. 7


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

Pagina (105/179)






Tamaro Tommaseo Dalmazia Machiavelli Grimani Loredano Tartaglia Tommaseo Borelli Manzoni Giaconi Leonardi Cattare Francesco Petrarca Ragusa Traù Chiamano Guidotti Madirazza Moretti Cindro Sentinella Rubignoni Paladino Napredniak Niccolò Tommaseo Reggio Italia