Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE NOSTRE TERREgeografiche che dividono la Dalmazia dalle confinanti terre slave, sono così alte e così aspre, da avere impedito una anche modesta diffusione della rete ferroviaria dalmata, la quale ancor oggi è, per comunicazioni, infinitamente più distante dal suo retroterra balcanico, di quel che non sia dall'opposta sponda o da Trieste e Fiume.
      È notevolissimo il ifatto che la Dalmazia, per avere comunicazioni ferroviarie con 1' interno dell'Austria-Ungheria, debba prendere la via dell'Istria, perchè le possibilità di congiunzioni attraverso il hinterland slavo sono rese tecnicamente difficili ed economicamente con-dannevoli dalla muraglia dei confini geografici, che con alte catene separano la Dalmazia dalla confinante Sla-via, con cui mai ebbe alcunché di comune.
      La Dalmazia è terra essenzialmente, unicamente, esclusivamente adriatica, cioè marittima. E, perchè tale, esercita anche un'influenza sensibilissima sull'aspetto complessivo economico-nazionale dell'Adriatico. Per comprendere come la Dalmazia sia chiamata a dire u-na parola autorevole sulla nazionalità economica del mare nostrum, basta considerare il movimento della navigazione nelle terre adriatiche irredente. Il primo posto spetta ai porti dalmati, che nel 1910 raggiunsero un complesso d'oltre sei milioni di tonnellate.
      Se dividiamo l'Adriatico nelle due coste, occidentale ed orientale, troviamo che questa ha preminente importanza su quella, per movimento commerciale. Trieste, Fiume, Pola, Zara, Spalato, Gravosa, Sebenico la vincono su Venezia, Ravenna, Ancona. Per possedere commercialmente e marittimamente l'Adriatico, conviene possedere la costa orientale, di cui la parte preponderante, in fatto di movimento di navi nei porti, è, come si è detto, la dalmata.
      Trieste è il centro d'affari dell'Adriatico, la Dalmazia ne è il centro navigatorio. Essa dispone però anche di un complesso di commerci non irrilevante. Nel 1910, il commercio marittimo della Dalmazia fu di circa una decina di milioni di quintali. Unita la Dalmazia all'Italia, il suo commercio si accrescerebbe considere-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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