Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE NOSTRE TERREove convenivano tutti i forestieri. Tra questi c'erano anche dei tedeschi, i quali saputo chi era lui, lo avevano salutato con rispetto e simpatia. Uno fra gli altri, un professore della Università di Monaco, gli aveva e-spresso nel suo cattivo italiano la grande ammirazione che la sua patria ed egli stesso nutrivano per il poeta d'Italia.
      Ma il Carducci gli mostrò il rivo che scende nella Rienz, e gli disse seriamente : « Veda, signore, siamo amici; ma quest'acqua, che io credevo andasse nella Drava e nel Mar Nero, va invece nell'Adige e nell'Adriatico. Se loro si tirassero più in là, dietro a Toblach, saremmo anche più amici ».
      Rosmini, Maffei, Romagnosi, Segantini, Gazzolet-ti : quanti nomi illustri e cari ai Trentini sono eternati nelle lapidi! Uno ancora non ha nel suo Trentino il marmoreo ricordo, e attende che l'Italia vittoriosa cancelli la memoria del livore austriaco che lo volle bandito dalla terra dei suoi padri : Scipio Sighele.
      Egli stampò una nobile orma nel terreno della scienza ed ebbe fama nell'indagine positivista; fu sottile artista della penna; fu ardente propagatore d'italianità, fedele milite dell'ideale.
      Quando l'Italia rinnovò la conquista romana della Libia, il Sighele volle andare a Tripoli e volle assistere di persona alle prime e dure prove dell'Italia militare. E diventò popolare fra i soldati, con i quali amò con-fondersi e vivere per conoscere le loro impressioni e il loro animo, per vedere come la nuova gioventù italiana, che ancora non conosceva la guerra, sapesse andare alla guerra : e lo spettacolo gli parve magnifico e il ricordo di tanto fiorir d'energie e di simpatiche audacie, anche a distanza di tempo, gli riempiva gli occhi di lacrime .
      E fu a Tripoli il 12 novembre del 1911, durante un banchetto offerto dai giornalisti italiani a Jean Carrère, che il Sighele fu salutato al suo levarsi per parlare, dall'unanime grido di « Viva Trento e Trieste ».
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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