Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VIIIL PROBLEMA DELLA FRONTIERA
L'armistizio del 1866 — Il dolore di Vittorio Emanuele II — 1 limiti del Veneto — Una frase di Guglielmo I — Visconti-Venosta e Nigra — Gli argomenti di Menabrea — I nuovi confini
— Un memoriale di Gorizia — Profetica visione dell'avvenire — Roma antica e la frontiera orientalé — L'Isonzo nel periodo napoleonico — L'illusione di cessioni austriache — Una nota di Andrassy — La vaga promessa di Francesco Giuseppe —
— Il viaggio di Crispi — Mutamento d'avviso di Bismarck — Il «parecchio» nel 1877 — Le usurpazioni austriache — Confine strategico — L'inclusione degli stranieri — La sicurezza dell'Italia.
Il 7 agosto del 1866, la Gazzetta ufficiale pubblica il seguente comunicato :
« Il Governo del Re aderì alla conclusione di un armistizio di quattro settimane a partire da quest'oggi, 2 agosto. È fin d'ora assicurata la riunione del Veneto al Regno d'Italia senza condizioni. La questione delle frontiere è riserbata ai negoziati di pace. L'armistizio fu concluso sulle basi dell'ufi possidetis militare. »
Purtroppo, malgrado gli sforzi del Ricasoli, allora presidente del Consiglio, e dello stesso Re Vittorio E-manuele II, perchè l'ufi possidetis fosse veramente la base della pace con l'Austria, non fu possibile raggiungere l'intento. Tutti ci erano contrari : la Francia, la Prussia, e, naturalmente, l'Austria, che, liberatasi dal pericolo prussiano, rivolgeva tutte le sue forze contro di noi. Ma il Re e Ricasoli, malgrado la gravità del pericolo, non volevano cedere, così profonda era in essi la
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