Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE NOSTRE TERREper essi ciò òhe fummo. In Italia avremo gli emigrati triestino-istriani, e resterà in permanenza il partito di azione, accresciuto dal contingente di tutti i veneti, e di gran parte dei moderati, i quali dopo di avere col Re, col governo, col Parlamento, protestato anche nelle ultime ore essere diritto, volontà, necessità nostra il possesso di Gorizia, Trieste ed Istria, vorranno esse a sè medesimi consegnate. Voi potete quinci scorgere, o Principe, coll'acutezza della vostra mente, che la politica dell'Italia verso l'Impero austriaco non può essere amichevole, e ciò per ragione di lealtà. Gli è veramente qui il caso di esclamare che gli Italiani per essere leali devono usare verso l'Austria una politica sleale. Si darà agli Italiani il nome di « popolo del gesuita Machiavelli »?!... Ma tale frase resterà una calunnia: noi ne avvertiamo prima l'Europa... e chi dà prima tale avvertimento sincero, è tutt'altro che un popolo gesuita.
      (( Finora l'Austria, il legittimismo, la massa della reazione universale accusavano l'Italia di non dar pace al mondo, colpa il suo partito d'azione. Da qui in a-vanti, oltre al partito d'azione, accresciuto potentemente, un ostacolo alla pace d'Europa sarà anche l'italiano partito militare. Questa guerra, o Principe, ha provato che gl'Italiani, soldati di terra e di mare, si battono e-roicamente, e si battono tutti... Le parole rivolte dall'austriaco ai nostri marinai : « Crepa, canaglia », i proclami dell'arciduca austriaco e dell'austriaco imperatore, le smargiassate dei diarii austriaci sul combattimento del 24 giugno, devono dall'Austria venire scontate; l'esercito nostro lo giurò — esso è diventato quindi il più sicuro alleato del partito di azione; ed il confine dell'Isonzo darà ben presto al partito militare italiano occasione di vendicare gli austriaci insulti, tanto più che l'Italia tutta è oggimai persuasa essere l'Istria una provincia italiana tropno importante perchè la si possa in mano dell'Austria abbandonare.
      « La stessa battaglia di Lissa non aprì, forse, gli oc-dhi a quei pochi italiani che mal conoscevano l'Istria, e l'altra costa italiana oltre l'Isonzo? I marinai che si battevano contro di noi non erano essi per la massima par-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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