Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LE NOSTRE TERREla politica di simulazione che ben presto distrugge la cordialità dei mutui rapporti. Tolga la Provvidenza dal nostro capo tanta sciagura; che l'Italia diventerebbe per ciò solo più debole, nè avrebbe acquistato in forza la Francia. Sappiamo bene che certi austriaci parigini vanno scrivendo : « La Francia in bisognò potrà contare assai più sull'alleanza dell'Austria che su quella degli I-taliani ». Ma la storia è là per provare qual valore si abbia la gratitudine austriaca... »
      Non si potrà negare la lucida visione dell'avvenire al patriota goriziano che scriveva queste parole. E l'avvenire, se pure più lentamente di quanto egli prevedesse, maturò i suoi frutti...
      Ma tutte le ragioni furono vane. A Menabrea, che insisteva sempre, il plenipotenziario austriaco, conte Wimpfen, rispose, nella XI conferenza, di non avere i-struzioni. Poi, nella XII conferenza, dichiarò che il suo Governo non acconsentiva a ulteriori rettifiche. E il trattato di pace stabiliva, all'art. 4, che « la frontière du territoire cédé est déterminée par les conjins administra-tijs actuels du royaume lombard-vénitien ».
      Così diventava frontiera dello Stato d'Italia quella che fino allora era stata semplicemente la linea di demarcazione tra due domini austriaci, tracciata quindi senza alcuna preoccupazione d'indole politica o militare. Anzi, per dir meglio, era un confine segnato unicamente a vantaggio dell'Austria.
      Infatti, — nota Carlo Errerà, — quel confine amministrativo era ricalcato, in sostanza, sulla vecchia frontiera politica dividente, nel secolo XVIII, i domimi di Casa d'Austria da quelli della Repubblica Veneta, su una frontiera cioè che lo Stato austriaco si era venuto formando, nei secoli andati, a furia di usurpazioni territoriali compiute a spese del decrepito Governo della Serenissima. La storia degli ultimi tre secoli della Repubblica di San Marco è, può dirsi, una storia continua di usurpazioni di codesto genere, alle quali la neutra-lissima Repubblica era pronta, sì, ogni volta ad opporre una infinità di documenti e di carte comprovanti il pie-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

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