Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

Pagina (152/179)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdi essa un colpo di mano : i Marcomanni e i Quadi l'assediarono ferocemente, sotto Marco Aurelio : altri barbari, sotto Gallieno. Da tale epoca, sino alla sua rovina finale per mano degli Unni, si può dire che non abbia avuto un momento di tranquillità.
      « Eppure, il sito di Aquileia, come fortezza di primo ordine, in sul confine veneto-istriano, con Concordia a guardia delle retrovie di rifornimento, non poteva essere stato meglio prescelto: distante 15 miglia dal mare, ma collegato col porto di Grado mediante vie arginate, cinto di fortissimo giro di mura merlate e turrite, con fossati inondabili, difeso da quattro fiumi e da selve impenetrabili, con quartieri d'inverno per le truppe alpine cacciate dai gioghi nevosi dall'imperversare delle tormente, con un pretorio o palazzo imperiale, con una zecca inferiore nella produzione soltanto a quella di Roma. I difensori di Aquileia potevano inoltre contare sull'appoggio della flotta, stazionante a Ravenna, che un dispaccio semaforico poteva raggiungere in pochi minuti. È vero che il porto di Ravenna, capace in origine di accogliere 240 navi da guerra, si era venuto interrando, cosicché circa al principio del secolo IV non vi penetravano se non burchielli pescherecci, ma è presumibile che la flotta adriatica abbia trovata asilo o a Fola o a Tergesta, tanto più ohe i suoi equipaggi si reclutavano precisamente dalla costa illirico-dalmata.
      « Artificiose inondazioni potevano anche contribuire alle difese di questa porta d'Italia, poiché non bisogna dimenticare che il regime dei fiumi veneti, Adige, Bacch'glione, Brenta, Sile, Piave, Livenza, Tagliamen-to, Natisone, non ha mai cambiato natura dai tempi preistorici ai presenti, nè ha mai dismessa la tendenza a sollevarsi più in alto delle pianure circostanti : donde la necessità pei coloni di regolarne il corso mediante potenti arginature.
      « Sfondate definitivamente le porte orientali, l'Italia non ha più avuto sicurezza e tranquillità sino al presente. Di là sono entrati tutti gli orrori, comprese le pestilenze, e le stragi di uomini e di animali. Non si può
      — 152 —


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 8. Le nostre terre (Dal Brennero alla Dalmazia)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 167

   

Pagina (152/179)






Marcomanni Quadi Marco Aurelio Gallieno Unni Aquileia Concordia Grado Roma Aquileia Ravenna Ravenna Fola Tergesta Italia Adige Bacch Brenta Sile Piave Livenza Tagliamen-to Natisone Italia