Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE NOSTRE TERREliano pochi anni più tardi, lo si può desumere da una lettera che il cancelliere dell' Impero austro-ungarico, conte Andrassy, dirigeva, in data 24 marzo 1874, all'ambasciatore austriaco a Roma, conte Wimpfen; nella stessa, infattf, si legge :
« Rapporti provenienti da fonti diverse, ci hanno segnalato il partito preso, col quale certi giornali italiani incoraggiano le speranze di alcuni malcontenti a Trieste e nel paese di Trento... Il partito esaltato in Italia, sperando di ottenere un rimaneggiamento territoriale a spese nostre, sembra che confonda la situazione esistente, quando fu compiuta l'unificazione d'Italia, con quella oggi esistente... Oggi le relazioni fra i due paesi riposano sul mutuo riconoscimento delle circoscrizioni territoriali quali sono state stabilite nei trattati. Bene o male che sieno stati tracciati, i confini esistenti sono la base invariabile della conservazione dei buoni rapporti fra i due paesi. Se un partito qualsiasi, col pretesto della comunanza di lingua, volesse domandare la cessione del Tirolo meridionale o di una parte del nostro Litorale, non avrebbe l'Austria anch'essa il diritto di reclamare il quadrilatero come indispensabile alla buona difesa del suo territorio?... Taluni giornali specialmente sembra che si propongano lo scopo di incoraggiare le velleità di coloro che guardano con occhio di cupidigia una contrada situata al di qua delle nostre frontiere. Taluno di questi giornali, è vero, fa appello non già ad una soluzione con la forza, ma ad un accomodamento amichevole. Ma anche per questa via è necessario ch'io dica che non potremmo consentire a modificare l'ordine di cose consacrato dai trattati? Ce lo impedirebbe, innanzi tutto, il principio stesso che sarebbe messo in questione. Il giorno che ammettessimo un mutamento siffatto sulla base delle delimitazioni etnografiche, analoghe pretese sorgerebbero e sarebbe quasi imposs:bile respingerle. Non potremmo infatti cedere all'Italia popolazioni affini per lingua, senza provocare art finalmente, presso le nazionalità poste sulle frontiere dell'Impero, un movimento centrifugo verso le nazionalità sorelle prossime ai nostri Stati... »
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