Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmazia europea contro la repubblica : e con i trattati di Blois era stata decretata la ripartizione della terraferma veneta tra la Francia e l'Impero. La scaltrezza della Serenissima ritardò lo scoppio della tempesta fino alla conclusione della Lega di Cambrai. Venezia, fra le varie perdite, annoverò pure quella delle Puglie : perdita doppiamente grave, perchè indeboliva la sua posizione di battaglia contro i turchi e dava nel tempo stesso le chiavi dell'Adriatico alla Spagna.
      Comincia allora per l'Adriatico un lungo e terribile periodo d'incursioni di pirati. Erano i turchi, che dopo aver conquistato tante coste dell'Egeo, del Ionio, dell'Africa settentrionale, avevano organizzato una formidabile flotta di predoni. Vi furono scorrerie nell'Adriatico orientale, con scontri a Curzola, a Ussa, a Cattaro. Più tardi, si ebbero sbarchi e saccheggi sulla riva occidentale, nelle Marche, nell'Abruzzo, nelle Puglie. Turchi e barbareschi erano diventati i padroni e il terrore dei mari.
      Si formò la grande lega cristiana, che riportò la vittoria di Lepanto. Ma le gelosie non tardarono a nascere tra gli alleati, e la lega si sciolse. Comunque, la distruzione della potenza navale turca aveva ridonato a Venezia la sicurezza nell'Adriatico.
      Ma la sicurezza non bastava a ridare alla Serenissima la perduta importanza. Le grandi scoperte delle nuove terre avevano aperto ai commerci le vie degli o-ceani; la signoria dei traffici sfuggiva alle mani di Venezia. 4
      Pensò per un momento, la repubblica, a tagliare l'istmo di Suez, per aver più vicina dei portoghesi la via per le Indie; ma gli ostacoli che presentava a quei tempi la gigantesca impresa fecero abbandonare l'audace disegno.
      Così Venezia s'avviava lentamente alla decadenza. Declinava la sua egemonia sull'Adriatico : e il mare che era stato suo dominio andava aprendosi a tutti...


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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