Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MARE NOSTROaltro bisogno che di farsi una potenza marittima, onde non mettere più alcun confine alla sua ambizione. La Francia in cotal modo, lungi dal dare la pace a' suoi nemici, lungi dal costringerli ad accettarla, la Francia stessa, mercè questa cessione, si metterebbe in istato di comperarla a prezzo della sua futura ruina...
      « L'insaziabile ambizione della Casa d'Austria è bastantemente cognita. La sua storia non è che la storia dei mezzi e degli sforzi per lei impiegati a realizzare i suoi vasti progetti. La direzione della sua politica ha potuto talvolta sembrare equivoca, i suoi disegni non mai...
      « Mercè questa convenzione l'Austria guadagna :
      « 1° Una marina ch'ella potrà creare nello stesso momento che il voglia, giacché con un solo tratto di penna le si accorda tutto ciò eh è necessario a formarla, materiali, porti, e rriarinaj. Le si imporrà forse la dura condizione di non profittare di tutti questi inestimabili vantaggi? Io non so se vorrà assoggettarvisi, e se ella si contenterà in questo caso d'un compenso che le riuscirebbe più gravoso che utile, attesa la necessità di difenderlo. Ma se pur l'Imperatore sottoscrivesse a questa legge che gli vieterebbe l'uso dei suoi propri beni, chi gli impedirebbe di violarla sopra tutto se la Russia e l'Inghilterra gli dessero il loro assenso? e quanto mai durerebbe una pace, ch'avesse per pegno una cessione così condizionata?
      « 2° L'Austria acquista una posizione, che le comunica indirettamente l'imperio dell'Italia, della quale può a suo talento distruggere la navigazione, poiché basta per quest'oggetto ch'ella le chiuda i suoi porti, e li apra invece ai pirati. I porti che l'Italia possiede sulla costa dell'Adriatico opposta a quella della Dalmazia e dell'Istria sono in picciolo numero, e son cattivi. I vascelli che navigano in conseguenza questo mare sono esposti a perire al primo colpo di vento, se essi non son sicuri di trovare un asilo nelle coste delle due province. Abbiamo. detto altrove che questi porti sono assolutamente necessari all'armamento e disarmamento dei vascelli di guerra. Se questi porti sono dunque nelle mani d'una potenza estera, che può ad ogni momento diventar némica, questa potenza diviene in fatto l'arbitra della navigazione, del
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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