Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIA
      « La parte più preziosa dell'Istria — seguitava la memoria — è certamente quella che comprende il porto di Quieto ed il bosco di Montona, siccome Spalato in Dalmazia si è la situazione più importante di quella considerevole provincia. Senza Quieto ed il bosco di Montona, Venezia dovrebbe per sempre rinunziare al suo arsenale ed alla sua marina, e senza Spalato essa avrebbe irreparabilmente perduto tutto il commercio colla Bosina, colla Servia e coll'Ercegovina. Quieto è l'asilo d'ogni nave che entra e ch'esce da Venezia, le quercie di Montona sono indispensabili per la costruzione di ogni legno, e Spalato, che fa le veci dell'illustre Salona, riceve due volte alla settimana le numerose carovane della Turchia.
      <( Ma questi due punti l'uno dall'altro discosti 250 miglia potrebbero essi rimaner soli, isolati, e disgiunti dal lungo ed importantissimo litorale che li congiunge? Rir cordiamoci che su quella estesa costa si contano intorno a sessanta isole, venti almeno fra le quali si deggiono annoverare tra le più rimarchevoli, e che senza i numerosi porti e la florida marina dell'Istria e della Dalmazia è vano ogni progetto di dominare l'Adriatico, ridicola l'idea di signoreggiarlo con flotte e vascelli, ed inverificabile la speranza di mantenervi il commercio. L'Austria assorbirebbe ogni ricchezza ed ogni possanza, ed Ancona, Pesaro, Rimini e Venezia cadrebbero nella miseria e nella nullità...
      « Se l una (la Liburnia) per la sua posizione conviene meglio alla Casa d'Austria, l'altra (l'Istria) per ogni rapporto è d'uopo che resti all'Italia. Ragusa poi potrebbe esser di una qualche compensazione alla perdita che si fosse costretti di far ai confini dell'Istria, nelle isole del Quarnero e nel continente liburnico.
      «Il sacrificio di tutta la Liburnia non eccettuando Zara, le sue isole, quelle di Cherso ed Ossero, e li Distretti di Knin e di Dernis sarebbe, siccome ho detto, sommo e fatale. Ma se a tanta perdita è forza di giungere, non si devono oltrepassare questi limiti, altrimenti il sacrificio diviene mortale, e da Fermo a Monfalcone la miseria e la spopolazione saranno immense ed inevitabili.
      « Perduta l'Istria, perduta la Dalmazia e l'Albania,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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