Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAschi di Montona, di Barbana, di Sanvincenti, Valle, Cit-tanova e tanti altri, somministreranno l'occorrente legname di costruzione. Gli abitanti del litorale sono marinai per genio e per educazione; essi faranno il servizio della marina.
« Questa marina manterrà all'Italia il dominio del golfo, proteggerà in esso la sicurezza della navigazione, ci conserverà la corrispondenza col Levante..., terrà in freno i Dalmati e gli Albanesi, se ricusassero di unirsi a noi, ed assicurerà l'Italia dalle forze degli Ottomani e delle Potenze marittime, che tentassero di penetrare colle loro flotte nell'Adriatico...
« Che, se per una deplorabile fatalità, o per l'indolenza degli Italiani, l'Istria rimanesse soggetta all'imperatore, le di cui truppe l'hanno improvvisamente occupata, ne deriverebbero all'Italia le più fatali conseguenze. Italiani! vedetene il quadro.
« L'Imperatore converte a suo vantaggio tutto ciò che è naturalmente nostro. Egli diventa per la prima volta potenza marittima, ed aggiunge questo grado incalcolabile di forza, al grande colosso della sua forza terrestre. Egli, da questo momento, è. padrone del Golfo (Adriatico), e vi esercita esclusivamente la navigazione. Le sue armate dal continente, e le sue flotte sul mare, stringono, soggiogano la Dalmazia, l'Albania, l'Epiro; egli dà la legge agli Ottomani, chiude l'ingresso del golfo alle altre bandiere, e tutto il litorale, da Reggio di Calabria sino al Lisonzo, rimane esposto all' invasione degli Austriaci... »
La memoria assurgeva poi ad un vero squillo di guerra, con queste parole :
« Patriotti Lombardi! Questo confronto vi dimostra che voi non potete mantenere la tranquillità del vostro litorale, non potete avere un libero, un utile commercio oltre mare, senza associarvi l'Istria : che la libertà dell'Italia sarà sempre contingente, sinché l'Istria rimane soggetta alla Corte di Vienna; e che questa provincia, estendendo la potenza imperiale sul mare, rompe la bilancia politica dell'Europa, per la conservazione della quale tutte le Potenze hanno robustamente opposto si-
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