Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MARE NOSTROs'affermò nel 1825 con la spedizione a Tripoli. Fu il primo successo riportato dalla marina sarda. A questa prima spedizione contro Tripoli, partecipò anche Persa-no, col grado di guardiamarina.
      Nel 1848 la marina sarda, insieme alla napoletana ed alla pontifìcia, con una squadra al comando di Giuseppe Albini, un'altra figura che si ritrova poi a Lissa, aveva partecipato alle operazioni di guerra nell'Adriatico. Non fu una campagna navale molto brillante, dato il ritiro delle navi pontificie e napoletane : e si ebbe inoltre una sommossa che costò la perdita del comando all'ammiraglio. Comunque, l'Albini aveva posto il blocco a Trieste; ma ebbe ordine di toglierlo, dopo le proteste della Confederazione germanica, la quale vantava certi pretesi diritti in virtù del trattato di Vienna.
      Il materiale della marina sarda, all'alba del nuovo regno, non era dotato di pregi eccezionali; ma benché tutta l'organizzazione — nota Italo Zingarelli — fosse ispirata a criteri troppo sorpassati dai tempi, rimanevano eccellenti gli equipaggi, provenienti dalle popolazioni marinare ligure e sarda. Gli ufficiali erano buoni navigatori.
      La marina napoletana, all'epoca dell'annessione a quella sarda, era superiore a quest'ultima sotto certi punti di vista. Ad essa erano state dedicate molte cure, tanto che la flotta partenopea era stata la prima ad avere delle navi a vapore, là cui introduzione era allora guardata da moltissimi con vera diffidenza.
      Il punto debole era negli ufficiali. Gli sforzi fatti a-vevano migliorato il materiale, ma 'poco o nulla gli ufficiali : nel corpo di questi, all'epoca della caduta di Murat, s'era verificata una scissione profonda, insanabile. Ferdinando I, per punire coloro che l'avevano tradito, pur senza allontanarli dal corpo, li pospose nei gradi e nelle promozioni agli altri rimastigli fedeli. Ed i seguaci di Murat avevano minato la compagine della flotta...
      Nel nuovo Regno i problemi marittimi, e sopratutto quello adriatico, cominciavano ad imporsi alla pubblica
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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