Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAattenzione. Tratteggiando ia questione triestina ed i-striana, in uno scritto ohe fu presentato al Parlamento, nel 1861, Pacifico Valussi delineava i diritti e gli interessi adriatici dell'Italia con molta chiarezza.
« La penisola italiana — egli scriveva — è una di quelle unità geografiche così chiaramente indicate dalla natura, che vana opera sarebbe l'occuparsi a dimostrarla tale. L'unità geografica, per quanto le invasioni, le colonizzazioni, le federazioni locali abbiano costituito delle epoche transitorie allo sviluppo della civiltà in una parte qualunque di essa, die tosto ricetto ad una u-nità nazionale. Sia che la nazione si formi attorno alla civiltà latina, come centro unico, sia che si raccolgano le forze federative delle sue cento città in una sola lingua e civiltà, come al medio evo, il carattere nazionale comune si pronuncia ben tosto così chiaramente, che nessuno può metterlo in dubbio.
« Le alpi ed il mare sono i naturali confini dell'Italia. Essa ricevette colonizzazioni civili dal mare, invasioni barbariche dai diversi varchi delle alpi. Con Roma divenne conquistatrice e colonizzatrice, ad un tempo, di tutti i paesi all'intorno. L'opera della conquista venne distrutta, e restò quella della civiltà, che diede alimento alle civiltà nazionali posteriori in Europa.. Nella prima fase della civiltà italiana l'opera della conquista prevalse; ma nella seconda, quella delle Repubbliche italiane, prevalse l'opera della colonizzazione e del commercio. Nella prima le espansioni si fecero più per via di terra, assoggettando i popoli con le armi; nella seconda si gettarono sulle coste marittime del Mediterraneo e del mar Nero, colonie commerciali italiane, che lasciarono dovunque la semente della civiltà.
« Ora si presenta una terza fase della civiltà : ed è la civiltà federativa delle nazioni, con uguali diritti, con gara di attività nelle industrie, nei commerci, nelle o-pere dell' incivilimento, con frequenti contese per la rettificazione dei confini, ma colla coscienza, che i progressi comuni, sopratutto nelle comunicazioni e nelle industrie, e colla libertà per gl'individui e nei consorzii, che dal comune, o Stato elementare, salgono fino allo
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