Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GVERRÀ D'ITALIAfondatore è giunto. Persano — dopo l'azione contro l'isola di Lissa e il Porto S>. Giorgio — avvisato che la flotta austriaca si avanza, abbandona la nave ammiraglia Re d'Italia, e si reca a bordo deH'/4$"ondafore sul quale però fa issare non la bandiera ammiraglia, che non si trovò, ma la bandiera di vice-ammiraglio. Così i comandanti, all'inizio della battaglia, non sanno più dove sia Persano. Ma l'ammiraglio si fa issare anche sulla torre corazzata del bastimento, e di lì, non visto, si sbraccia a segnalare ordini ed incitamenti; di lì egli si getta... fuori di battaglia; di lì, vedendo il vascello Kaiser venirgli addosso, con una sollecita manovra... evita di speronarlo; di lì, durante tutta la battaglia che divampa in una sola confusione di navi, di comandi e di speroni, che s'arrossa della Palestro che salta, che urla con
      10 scoppio del Re d'Italia che affonda : di lì, al sicuro, l'ammiraglio italiano ordina continui movimenti... che non vengono affatto eseguiti.
      Il giornale di bordo deiY Affandatore è una implacabile accusa; è un tumulto di bandiere e di grida; è un forsennato documento che ancora fa rabbrividire.
      Ore 10 e tre quarti. — Comincia il fuoco. Alle 11,10
      11 Carignano apre il fuoco. Alle 12,10 1 ' Affondatore prende la testa della linea nemica; alle 12.40 segnale : formatevi in linea di fila. Alle 12.55 la Palestro è tagliata dalla linea delle corazzate ed ha l'incendio a bordo. Alle 1.20 si ricomincia il fuoco. Alle 1,40 segnalazione : linea di battaglia. Alle 2 segnalazione : diminuite la distanza. Alle 2.45 scoppia la Palestro. Alle 3,20 il Castel-fidardo segnala che non può più servirsi delle artiglierie. Alle 4 il nemico è quasi scomparso verso Lesina. Alle 4,15 si segnala se hanno notizie del Re d'Italia, Carignano e Casteljidardo. Rispondono : « affondate ».
      E la g ornata è finita. Finita con la rotta della flotta italiana, che rimane però ferma aì suo posto, fra i rottami, il sangue e i naufraghi; ma finita, anche, con la rapida scomparsa di Tegetthof verso Lesina: fuga troppo veloce e scomparsa troppo umile per un'armata vincitrice, agli ordini d'un grande vincitore...
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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