Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAschisivo merito dei suoi commercianti e della sua situazione geografica. Essa porterebbe intatta alla ricchezza nazionale che vi ha diritto, la sua posizione di porto di transito, centrale per i commerci balcanici e saldissima, rafforzata da potenti tradizioni per i commerci levantini che domina.
Anche il timore di veder Venezia danneggiata dalla concorrenza di Trieste, è infondato.
Venezia e Trieste hanno due retroterra diversi, sono sbocchi di due differenti territori : Trieste è meno pericolosa concorrente quando sia città del regno, di quanto può essere come città di una potenza avversaria, con ciò dotata di un sistema statale di concorrenza. Insomma, Trieste non priverebbe Venezia di alcuna via commerciale, mentre invece a Venezia si accentrerebbe di nuovo, dopo un secolo, molto dei commerci dalmatici. Di più, Trieste e Venezia, unite, potrebbero organizzare formidabili sistemi per combattere nei commerci dell'Oriente i porti nordici, per attuare la penetrazione commerciale nei Balcani, e per dominare i commerci dei porti che eventualmente venissero concessi agli slavi nell'Adriatico. Il congiungimento di Trieste alla patria, vuol dire dunque la valorizzazione completa dell'Adriatico a beneficio della ricchezza nazionale.
« Chi Venezia possiede, — afferma Antonio Cippi-co — deve possedere Vallona e la Dalmazia e l'Istria e Trieste. Senza Vallona, come senza Venezia, il possesso dell'Adriatico non esisterebbe, come non è esistito, nell'ultimo secolo, nè per l'Italia, nè per l'Austria. E non esisterebbe pure, o esisterebbe come un corpo mostruosamente mutilato, con la esclusione di una sola provincia — sia della Dalmazia o sia dell'Istria o sia di Trieste — o di una sola isola, dal possesso pieno, integro ed incontrastato del golfo, per il quale Venezia, nella storia dei suoi commerci, è stata più gloriosa pure della stessa Genova dei Doria ».
Il problema strategico, nel possesso delle coste a-driatiche, quale era al tempo dello scoppio della guerra, si delineava nel modo più sfavorevole all'Italia.
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