Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsconoscimento, più o meno sincero, della realtà dei fatti e nella propaganda audace di elementi interessati.
La Serbia, in quel tempo, non soltanto era rimasta politicamente e strategicamente intatta, ma non aveva rinunciato ad alcuno dei più larghi obiettivi delle sue massime aspirazioni imperialiste. Gli apostoli di quelle aspirazioni non dissimulavano la speranza, anzi accampavano il diritto di veder la Grande Serbia insediata su tutta la sponda orientale dell'Adriatico. E con le voci dei serbi, si facevano udire quelle altrettanto intemperanti dei propagandisti croati : gli uni e gli altri tendenti ad affermare la legittimità e la necessità del dominio slavo su tutte le terre che ci fronteggiano nel mare nostro.
Così il Temps pubblicava certi scritti d'un deputato croato, nei quali si tentava un'audace falsificazione della storia dell'Adriatico, per farne il fondamento delle ancor più audaci pretese slave nell'avvenire.
« Dal suo punto di vista — notava Antonio Cippico — ha ragione. Così almeno gl'italiani, da lui e dagli altri apprendessero, non il dovere della falsificazione storica, sì quello della difesa degl'innegabili, positivi diritti e doveri, che la storia ha concesso o imposto alla nostra nazione. Non c'è serbo appena colto, il quale non estenda le esigenze della sua stirpe al dominio della skipetara città di Durazzo : solo perchè nel 1287 (se non erro) qualcuno della sua stirpe aveva trovato il modo, o con pace o con guerra, d'insediarsi, per qualche giorno o settimana, nella città che Giorgio Castriota Scanderbeg doveva donare, due secoli dopo, insieme al resto dell'Albania, al re di Aragona, e per il re d'Aragona, agl'italiani. »
Che cosa aveva asserito il -deputato croato? Semplicemente questo : che gli italiani di Trieste, dell'Istria e della Dalmazia erano ospiti, null'altro che ospiti, degli autoctoni slavi. Così egli negava la storia passata ed aboliva la storia presente di quelle terre...
Dopo l'autorevole giornale francese, venne un au-— 80 —
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