Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MARE NOSTROrale e politico nel quale si trovano, progrediranno vertiginosamente, e tenderanno con tutte le loro forze a costituirsi in unità nazionali indipendenti e unite. E l'ora di uscire dal nulla, per loro è venuta...
      Tutte le nazionalità slave, anche lontane dalla Russia, sono unite attorno allo Czar, non tanto per ragioni di affinità, quanto per ragioni esterne. Cioè devono tutte tenersi unite, per combattere il pangermanismo che tenta soffocarle tutte insieme.
      Disfatto una volta l'imperialismo tedesco, affermavano gli interventisti, le cose riprenderanno il loro corso naturale. Le nazionalità slave, liberate dal pericolo comune, penseranno a guadagnare ognuna la propria indipendenza morale e politica : come avvenne delle nazioni latine, nel tramonto dell'Impero. E per affermarsi, dovranno abbattere lo czarismo che tende a livellare le nazioni, contro la necessità della storia, che tende a differenziarle. E questa lotta salverà l'Europa dal pericolo slavo. Combattendo dunque oggi il germanismo — concludevano gli interventisti, — si uccide nello stesso tempo l'imperialismo tedesco e l'imperialismo russo.
      Vediamo ora il secondo argomento : quello del pericolo serbo nell'Adriatico, e della diga che ad esso opponeva l'Austria. Anzi i neutralisti andavano più in là; essi arrivarono ad affermare che la duplice monarchia aveva allontanato dall'Adriatico gli slavi.
      « Spalato, Sebenico, Ragusa, Cattaro — rispondeva ancora il Fauro — erano una volta città italiane. 0-ra sono città in mano dei croati. È stata l'Austria che ha allontanato gli slavi dall'Adriatico.
      « Trieste è soggetta a una invasione slava organiz,-zata coscientemente dal governo austriaco. È l'Austria che allontana gli slavi dall'Adriatico.
      « L'arciduca Francesco Ferdinando aveva accolto benevolmente un appello dei croati che invocava la costituzione del Triregno slavo e l'annessione a questo di Trieste e dell'Istria. Così si volevano allontanare gli slavi dall'Adriatico.
      « Il conte Andrassy, ex-ministro ungherese — il più
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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