Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAti gli jugoslavi, coprirà metà dei Balcani col vessillo giallo-nero. Ogni nostra espansione politica ed economica nei Balcani diventerà impossibile,- definitivamente. Tutti i piccoli Stati della penisola non saranno che dei supini vassalli dell'Austria, e con essa della Germania. La Germania vincitrice riprenderà il suo sogno pangermanista della estensione dal Baltico all'Adriatico, dall'Adriatico all'Asia Minore. Che cosa varrà nell'Adriatico la nostra debolezza neutrale, davanti all'impeto travolgente del « Drang nach Osten » ? Altro che aspirazioni di predominio nel mare di Venezia! Altro che mire su Vallona e Trieste! Dovremo farci vassalli, per non ridiventare schiavi...
Vincerà la Russia? Allora i serbi, vincitori con lei» avanzeranno lungo la Sava nel cuore dell'Austria. I fra.-telli oppressi, i croati, gli sloveni, gli antichi austriacanti di ieri, i poliziotti, gli aguzzini, i preti dell'Imperatore, inferociti dalle persecuzioni di oggi, invocheranno i fratelli, i vincitori, i liberatori. Tutti : gli sloveni di Trieste, i croati dell'Istria. E allora, ebbri di vittoria, i serbi vorranno fare la Grande Serbia, che raccolga tutti gli slavi, ohe realizzi tutti i sogni, tutte le speranze, tutte le più folli chimere della politica panslavista.
Da Uskub a Marburgo, da Vallona a Trieste trionferà il nuovo Regno. L'Italia di nuovo languirà sulle sabbie della sua piatta costa orientale, mentre, accampati nei porti della Dalmazia e dell'Istria, gli slavi domineranno il mare che Aquileia, Venezia e Trieste, per venti secoli, hanno invano mantenuto italiano.
Dunque in ogni caso — concludevano gli interventisti — una sventura irreparabile ci aspetta. Possiamo però evitarla in un modo ancora : intervenendo con tutte le nostre forze. Soltanto il nostro intervento attivo ed armato, prima che la guerra sia decisa, può assicurare a noi la posizione che ci spetta nell'Adriatico.
Ma da qualcuno, anche' all'infuori del campo neutralista, veniva mossa alla tesi degli interventisti un'altra obiezione. Si temeva che se l'Italia fosse riuscita a compiere le sue aspirazioni nell'Adriatico, i numerosi
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