Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAsalire al cielo una solenne e divina preghiera : Deus no-ster, propitius etto Reipublicae Romanorum. »
Non bisogna cercar nel passato ragioni contro le « pretese » italiane; il passato, con mille voci e una sola lingua, risponde che le « pretese » italiane sono puri e non mai decaduti diritti. Che giova dire : — Ma dal Rinascimento in poi la lingua slava prese sempre maggior diffusione e soverchiò a poco a poco, nell' uso quotidiano, la lingua « franca », come una volta si diceva, cioè la lingua dei latini —? Anche dove gli slavi predominavano, una sola lingua signoreggiava, a esprimere la civiltà dei luoghi, nel governo della cosa pubblica, e nelle più alte relazioni sociali, e questa lingua era o il latino dei documenti o l'italiano dei discorsi.
La letteratura preponderante fu italiana; i maggiori uomini, da San Girolamo a Niccolò Tommaseo, furono di sangue latino. La letteratura « croata » non ha nomi che grandeggino ed è, a ogni modo, per riconoscimento degli stessi slavi, una letteratura tutta piena di influssi italiani. Si è tentato, è vero, nei giorni delle più appassionate diatribe, di attribuire a molti insigni dalmati un'origine croata, in quello stesso modo per cui certi sapienti tedeschi vollero dimostrare che i più grandi italiani avevano sangue germanico nelle vene; ma a questo tentativo non è necessario opporre particolari dimostrazioni, con documenti particolari. Per frustrarlo, basta una consideraz'one di carattere generale. Perchè in una razza piuttosto che in un'altra, in territori misti e contesi, si sviluppino e fioriscano i germi dell'arte e il culto della bellezza pura — di quella bellezza, cioè, ohe l'arte può riflettere — occorre che esista una civiltà consanguinea. Gl'italiani dell'Istria e della Dalmazia a-vevano la civiltà della Penisola; quale civiltà ebbero, per lungo corso di secoli, i croati e i serbi della Dalmazia? Soltanto nella luce latina essi intesero l'arte e il diritto. Premendo verso l'Adriatico, essi erano folle senza insegne : le insegne che brillarono sopra di loro, portarono il nome di Roma e il leone di Venezia-
Venezia chiamò gli slavi nell'Istria, Venezia favori la loro fuga dalle terre balcaniche in Dalmazia, davanti
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