Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAnacronismi) con altre forze nazionali, è un segno di vita, è un esercizio di vitalità, è un rinsanguamelo di diritti, è una «presenza» nella storia. Genova, Firenze, Milano, il Piemonte, alimentarono tutti quella fiamma, ai loro più bei tempi, anche quando si dilaniavano fra loro; e Venezia più di tutti, perchè più a lungo di tutti, con più meravigliosa continuità. La Repubblica che a-veva portato per un millennio la fiaccola d'Italia, cadde sfinita, ma cadde sulla soglia dei tempi nuovi, quando il vento vivificatore dell'alba correva per la Penisola : misterioso favore del nostro destino, che fa veneranda per questo simbolo la così spregiata agonia della Serenissima.
I dalmati non vogliono che la storia della indomita italianità del loro paese sia considerata come un semplice riflesso della storia veneta, come un frutto maturato sull'albero della civiltà veneziana, e hanno ragione. I loro titoli di nobiltà risalgono a più lontano e a più alto. Zara — per non nominare che la città in cui il genio della razza ha la sua più gagliarda cittadella — non è figlia di Venezia, ma di Roma. Roma posa sull'altra sponda dell'Adriatico la necessità e il diritto latino, animati in uomini di tenace volontà e di fede inr crollabile; e tutti gli urti delle fiumane barbariche non valsero a distruggere quella diga e a infirmare quella grande e sola legittimità di conquista, che è la conquista della civiltà e della legge romana sul costume primitivo di quelle genti adriatiche, rimaste poi idealmente legate per due millenni al sacro nome di Roma...
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