Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL MARE NOSTROdi già pervenute; non era così; lunghi evviva dalla Piazzetta e dalla Riva ci salutarono appena ancorati; barche, zeppe di gente, si accostarono d'attorno a noi, domandandoci notizie.
      « Una sola fu la nostra parola di risposta, come fu uno il grido d'entusiasmo, che vi corrispose fra gli accorsi Veneziani.
      « Voi sapete il resto; ma i Triestini, fino al nostro ritorno, i Triestini ancora noi sanno. E lo sappiano fin da adesso, per bocca mia, e pubblicamente, e lo ricordino sempre, come sen ricorda Venezia!
      « Letti sulla Loggia del palazzo, da S. E. il Governatore, gli atti ufficiali che il Governo di Trieste spe-divagli a mezzo nostro, letto, in mezzo a indescrivibile giubilo, il proclama della sospirata Costituzione pel Regno Lombardo-Veneto, il primo moto dei Veneziani fu un addio di riconoscenza ai Triestini, fu un'acclamazione universale, un giuramento sancito per sempre dal momento, dal luogo, dai giuramenti, di leale e duratura amicizia.
      « La Guardia civica veneziana, di già istituitasi durante il sabato, interruppe di sovente i festosi evviva al suo paese, per aggiungervi quelli di : Viva i nostri fratelli Triestini! Viva la generosa Trieste! Vivano i messaggeri e il messaggio! — quindi, sulla piazza di San Marco, un intrecciare di bandiere e coccarde nazionali, un ricambiarsi di amplessi e di baci, un fremito di entusiasmo e di gioia; e in mezzo al campo della sua allegrezza, il popolo, questo grande e insuperato poeta, prorompere in sublimi voti, in mai più intese dichiarazioni della sacra sua volontà, e sulla bocca del popolo stesso, avvicendarsi gli evviva con i saluti e i ringraziamenti a Trieste! Oh! chi non sentì ieri sera, trovandosi in Venezia, in questa ammiranda risorta, chi non sentì raddoppiato il battito del cuore, dei polsi, offuscata la vista da una lagrima di tenerezza, chi non ebbe da Dio quella lagrima, disperi di trovarne più mai per causa sì giusta! Ripartendo stamane da Venezia, per dire a voce ai Triestini di quanto bene siamo stati motori, quale commozione il loro nobile impulso
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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