Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL MARE NOSTROin cui i Veneti ancora sono soggetti all'Impero odiato? Eppure in questo tempo, la voce di Venezia appena si sente. Il nome di Venezia, che dovrebbe dare carattere e splendore all'attuale momento storico, è così poco squillante, così poco pulsante che la vostra città sembra lontana dagli avvenimenti tanto, che si direbbe possa ripetersi con ironia un motto che era espressivo della sua grandezza : sola, filia, intacta manes : tu sola, figlia, non sei toccata.
« Pensate — incalzava l'oratore, — in quali condizioni vivono questi Veneti, che giacciono sottomessi a quello straniero a cui anche voi obbedireste ancora, se l'Italia del '66, senza paragone più povera e più debole di quella d'oggi, non avesse anteposto ai beni materiali l'obbedienza ai sacri doveri nazionali! Voi, quando la vostra città soffriva sotto il giogo austriaco, fuori della servitù, non avevate altro da odiare e da temere. I Veneti invece che sono sui confini d'Italia, nell'Istria, nella Liburnia, nella Dalmazia, sono oppressi doppiamente, e dal dominio austriaco, e dalla lenta, atroce soffocazione prodotta dalla incessante invasione slava. Devono quindi difendersi contro le leggi inique d'un Governo, e contro l'imbastardimento della lingua e della coscienza. Sono veneti come voi. Ma le loro campagne sono usurpate col danaro e con le leggi del governo da Slavi; gli uffici dello Stato, nelle loro città, sono divisi tra stranieri, come preda o bottino da spartire; i loro commerci sono sfruttati da Tedeschi o da Slavi, per quel vantaggio che dà a questi l'essere molti milioni contro mezzo milione d'Italiani. Sono veneti gli Italiani dell'altra sponda, come voi, e parlano il dialetto vostro : ma, mentre i vostri Limbi possono continuare nella scuola italiana l'educazione incominciata dalla madre, spesso questo bene, ai bimbi degli altri Veneti, è negato. E là dove le autorità provinciali non sieno riuscite ad opporre la scuola italiana alla slava, là dove la Lega Nazionale non abbia preparate le difese coi mezzi che anche l'inestinguibile generosità non può dare a sufficienza, i bimbi italiani del Friuli, dell'Istria, e so-
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