Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIApratutto della Dalmazia, devono, nella tenera e delicata età dei principi, sulle panche della scuola slava dimenticare o imbastardire la loro lingua materna, storcere la loro natura italiana, essere a poco a poco trascinati dal rango superiore d'Italiani, a quello inferiore di Slavi.
      (( E sono a migliaia questi bimbi sventurati.
      « Il polipo slavo sa usare tutti i tentacoli, anche quello della corruzione, e più quello delle minacce prestate dal Governo. Sicché si sono veduti persino a Trieste, nella città che spende un quarto del suo bilancio, oltre quattro milioni, per difendere con le scuole italiane contro le infami arti delle scuole del Governo i suoi figliuoli, nella città in cui la lotta nazionale ha raggiunto i culmini dell'entusiastico fervore e la più ampia concordia popolare nell'azione, si sono veduti, dicevamo, persino a Trieste, quaranta bimbi italiani, inchiodati dalla miseria morale dei loro genitori — imbastarditi, minacciati o corrotti, — sui banchi di una scuola slava. Voi non aveste mai Io strazio di queste miserie, di queste sventure! A voi non toccò mai sotto il Governo austriaco, come toccò ai genitori italiani di Spalato, in Dalmazia, di saper bastonati dagli insegnanti croati i loro figlioletti, perché si dicevano e si ostinavano a dirsi italiani! Nè mai poteste segnare nelle pagine nere della vostra soggezione all'Austria episodio così angoscioso, così tragico, come quello che potemmo notare noi quando vedemmo a Spalato dei ragazzi, parlanti fra loro italiano, cioè il vostro, il nostro dialetto veneto, per un pervertimento della loro coscienza effettuato solo dalla scuola austro-croata, scrivere più volte, sulla magnifica rovina della romana Porta Aurea, doli I-talia (abbasso l'Italia) in croato! Nè mai, pur subendo violenze ed usurpazioni d'ogni sorta da quel Governo a cui noi dobbiamo ancora sottostare, vi sentiste verv tare in faccia tanto odio, quanto sentì un patriotta dal-mato qui presente, quando un prete croato austriacante gli gettò in faccia la barbarica frase : « io berrei sangue italiano ».
      « Nè mai, quando sul vostro arsenale sventolava
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 9. Il mare nostro (Il dominio dell'Adriatico)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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