Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcon una vittoria in mano nell'ora risolutiva della storia adriatica. I giornali slavi, dirigenti l'invasione, scrivevano che, sulle rovine dell'italianità di Trieste, gli sloveni avrebbero piantato il vessillo della Slavia : un de-iputato croato affermava, nel Parlamento viennese, che le bellissime cittadine istriane della costa, sarebbero divenute i bottoni del mantello slavo che si doveva stendere sull'Adriatico. Veneti gli abitanti di queste citta-dette, veneti tutti gli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, lancora soggetti all'Austria, ancora costretti a sentir montare a poco a poco intorno a sè l'intollerabile invasione slava....
« Si trovarono questi Italiani della costa orientale — ricordava il Tamaro — in una situazione egualmente penosa al principio del Medio Evo. Invocarono l'aiuto di Venezia, e Venezia creò la libertà, e restaurò l'ita,-lianità dell' Adriatico, scompigliata dalla caduta dell'Impero romano. La lottia nazionale allorla cessò : l'intervento veneto impedì che gli Italiani fossero schiacciati dalla sopraffazione slava. L' italianità.predominò. Quando Venezia cadde a Campoformio, e più, quando nel 1866 cessò di essere il centro unificatore dell'italianità adriatica, e di stendere sul mare l'altissimo influsso del suo nome, gli Italiani dell'altra sponda ricaddero nello stesso pericolo, la lotta nazionale riarse feroce, la sopraffazione slavia si rovesciò ancora una volta su quei latini e su quei romani divenuti veneti.
« Quale può essere — chiedeva il Tamaro — il dovere di Venezia, di fronte a questa verità nazionale, se non quello di farsi antesignana nella lotta per la libertà e per l'italianità dell'Adriatico, di essere più avanti di ogni altra città, d'ogni altra provincia, a proclamare la necessità, che ove fu siacro e potente il nome di Venezia, divenga sacro e potente il nome d'Italia? Il nome di quell'Italia santissima e suprema, alla quale anche noi, veneti ancora soggetti allo straniero, abbiamo . sempre ambito di essere indissolubilmente uniti, alla quale abbiamo offerto la più compiuta, la più abban-donevole devozione dei nostri spiriti, alla quale fummo rivolti con un'appassionata brama di salvezza, con una
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